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Il mio "no" è figlio della tradizione Dc

Dario Franceschini

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{{IMG_SX}}"Del resto il pluralismo, la convivenza fra sensibilità diverse e l'assenza di centralismo democratico, fanno parte di quel patrimonio che ci avete trasmesso, voi esponenti di primo piano dello scudocrociato quando noi indossavano i pantaloni corti. Allo stesso tempo, ci avete insegnato il valore dell'autonomia dei cattolici in politica. Il senso delle istituzioni e della laicità dello Stato, l'approccio non «confessionale» alla vita pubblica e l'ambizione di rappresentare il Paese nella sua complessità ed interezza, di decidere dunque per la totalità dei cittadini e non solo per quelli che pensano e «sentono» come noi". Ecco perché ritengo ingiusto insinuare che l'annuncio che avrei votato «no» alla legge su Eluana Englaro, sia figlio di una presunta subalternità a un certo laicismo di sinistra. Al contrario mi pare si collochi pienamente in continuità con la tradizione da cui tu ed io proveniamo. Non eravamo chiamati a stabilire le regole per il futuro o una norma per il testamento biologico ma a decidere su un caso concluso con una sentenza passata in giudicato. Non era questo, al di lá della giustezza o della condivisione della sentenza, argomento sufficiente per dire no? No a qualsiasi legge con cui il Parlamento modifica una sentenza definitiva? Non ci hanno insegnato i nostri comuni padri che la Costituzione e le regole dello Stato di diritto sono laicamente sacre? Nonostante questo elemento io mi sono battuto perché il Pd lasciasse libertá di coscienza e non decidesse a maggioranza, consapevole quanto su questo tema il merito, l'effetto diretto del voto su una ragazza al confine tra la vita e la morte, fosse comunque imprescindibile nella scelta di ogni parlamentare. Cosí è avvenuto. E continuerò perché anche in futuro il Pd lasci liberi su questioni delicatissime e complesse, che riguardano la vita e la morte, la persona e la tecnica, ed interrogano nel profondo ciascuno di noi, laici e cattolici. Temi che colpiscono, che ci costringono a riflettere, indipendentemente dalla collocazione politica, dall'orientamento culturale e dal credo religioso. Cosí ho fatto io, ho deciso seguendo la mia coscienza. Drammi di questo tipo, da sempre sono stati risolti con sofferenza dalla famiglia e dai medici, senza una ingerenza così violenta dello Stato nella dimensione privata, quella degli affetti e delle scelte più difficili. Del resto, mi sono chiesto, se ci trovassimo per assurdo di fronte a un padre che vuole proseguire l'alimentazione e a un Parlamento che legifera per obbligarlo a sospenderla, sarebbe forse accettabile? E da credenti, quando dall'astrazione del legislatore si passa alle singole storie, e gli si dà un volto, come nel caso di Eluana, sentiamo ancora di più tutta la nostra inadeguatezza, e quanto serva un supplemento di umanità e sensibilità. Ora in Parlamento discuteremo del testamento biologico, sul quale nel Pd stiamo cercando di portare avanti una elaborazione comune. La grande evoluzione medica e scientifica di questi anni, pone alla politica inediti dilemmi morali. Certamente ci sono dei limiti che non vanno valicati, delle regole che vanno stabilite per dare una cornice di certezze. Ma vorrei che su argomenti così importanti si evitasse una sorta di bipolarismo etico, e non ci si lasciasse trascinare dagli opposti estremisti, dai fanatici dell'integralismo come del laicismo per reazione. Serve ascolto e attenzione reciproca, serve il dialogo e lo sforzo di comprendere le ragioni altrui. Non cercherò di convincerti, parlando di questo tema, a rivotare Partito Democratico, poiché credo sia da scongiurare la possibilità di brandire questi argomenti nella campagna elettorale. Si rischia di strumentalizzarli e di svilirli. Di banalizzarli nel teatrino delle polemiche quotidiane. Nelle battute per il pastone dei Tg. Ma mi impegnerò perché, da qui alla prossima tornata elettorale, tu possa cambiare idea. Perché il Partito Democratico nasce dall'incontro fra culture ed esperienze diverse, e fra queste c'è sicuramente il nostro filone, quello che, in stagioni diverse tra noi, abbiamo però amato entrambi da giovani e tu poi hai vissuto da padre e da protagonista e io da figlio e da militante. Quel filone che adesso vorrei continuasse a vivere per i nostri figli e i nostri nipoti.

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