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È ancora scontro tra Beppino Englaro e Palazzo Chigi

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Posso solo dire che la realtà spesso supera la più fantasiosa immaginazione. È molto strano - osserva il padre di Eluana - che Berlusconi abbia deciso solo ora di salire sul palco. Quando era primo ministro nel 2004, gli ho scritto una lettera chiedendo aiuto. Non rispose. Dal momento che la politica non ha fatto nulla e il governo neppure, mi sono rivolto ai giudici. Ho chiesto loro aiuto e hanno svolto il loro dovere. Per oltre dieci anni i tribunali hanno esaminato la questione nel più piccolo dettaglio. Non so cosa si aspettano di scoprire ora i politici». Immediata la replica di Palazzo Chigi che, attraverso la segreteria del presidente del Consiglio, fa sapere che non risulta alcuna richiesta di intervento da parte del signor Englaro nell'anno 2004. Ma il padre di Eluana non ci sta: «Ho inviato quell'appello in diverse copie. Mi risposero solo Ciampi e il presidente del Senato». Tra l'altro, precisa, le lettere sono state inviate per raccomandata con ricevuta di ritorno: «Ho tutta la documentazione». In ogni caso, al di là della querelle, il premier Silvio Berlusconi non molla e ribadisce che, senza una legge del Parlamento, la vicenda di Eluana si trasformerebbe in una «condanna a morte». Quindi aggiunge: «Mi auguro che ci sia un buon senso e ciò che non è stato fatto in tanti anni venga rimandato di qualche giorno per consentire al Parlamento di approvare la legge». Legge che sarà in Parlamento già oggi: il Senato dovrebbe approvarla in serata mentre domani il testo dovrebbe essere calanderizzato alla Camera.

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