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Inghilterra, dilaga la protesta contro gli operai italiani

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Si sono fatti sentire il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, il collega della Farnesina Franco Frattini e il presidente della Camera Gianfranco Fini. Sacconi si è richiamato «al principio della libera circolazione dei lavoratori che è alla base dell'Unione Europea e non può essere in alcun modo messo in discussione, pena la crisi del Patto comunitario». Quanto al caso specifico, il ministro ha sottolineato che «l'azienda si avvale di propri lavoratori specializzati non altrimenti sostituibili nel breve periodo, imposto dalla immediata esecuzione dei lavori». Quindi c'è una questione di principio ma anche una specifica, di merito, a favore degli operai italiani. Anche Fini ha affrontato la questione anche se dal lato opposto, quello dei lavoratori stranieri in Italia. Ma il principio è lo stesso. «Non possiamo permetterci in alcun modo di tollerare forme anche velate di discriminazione». In questa ottica, il presidente della Camera ha ribadito che «occorre offrire agli stranieri che vengono legalmente e lealmente a lavorare in Italia un chiaro quadro normativo, teso a favorire appieno la loro integrazione». A sostegno degli operai italiani, il ministro degli Esteri Frattini che si è detto d'accordo con il premier inglese Gordon Brown che ha parlato di «scioperi indifendibili». «Questa è l'Europa della libera circolazione di tutti i lavoratori - ha detto Frattini - di quelli italiani in Gran Bretagna e di quelli inglesi in Italia». Intanto l'ambasciatore della Gran Bretagna a Roma, Edward Chaplin, ha incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta per fare il punto sulla prossima visita del premier Gordon Brown in Italia, prevista per il 19 febbraio. Nel corso del colloquio l'ambasciatore ha tra l'altro ribadito che a proposito della vicenda degli operai italiani, non esiste «alcuna negatività» nei loro confronti. L'ambasciatore italiano a Londra Giancarlo Aragona, ha detto che «le proteste non vanno interpretate come anti italiane». Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso che ha detto di condividere Gordon Brown quando ha messo in guardia gli Stati membri a non entrare «in una spirale di protezionismo». Il portavoce di Barroso ha quindi ribadito che va difesa la creazione del mercato unico «che ha portato vantaggi per l'occupazione. Tutti i precedenti ci dimostrano che nel momento in cui si comincia a chiudere reciprocamente le frontiere si diventa tutti più poveri e si perdono posti di lavoro». Si è fatto sentire anche il governo portoghese che ha denunciato quanto avviene nel Regno Unito come «un tentativo di discriminazione assolutamente inaccettabile». Nel contingente europeo assunto dalla Irem ci sono anche 20 portoghesi. Intanto continua la protesta nella raffineria Lindsey nonostante la violenta bufera di neve che sta flagellando tutta l'Inghilterra. L'azienda e i sindacati stanno cercando una mediazione.

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