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A Sharm i grandi della Terra discutono del conflitto mediorientale

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Saranno tutti stamattina a Sharm el Sheikh, invitati dal presidente egiziano, Hosni Mubarak, per confermare l'appoggio alla linea egiziana per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma gli obiettivi potrebbero essere anche altri. Sarkozy e Merkel, e forse anche altri leader europei, proseguiranno poi per Israele, dove incontreranno il premier Ehud Olmert. La conferenza - dall'Eliseo è arrivata la notizia che Sarkozy dovrebbe presiederla assieme a Mubarak - è stata organizzata in pochissime ore e per questo voci incontrollate si sono rincorse sugli inviti, confermati e non. Ad esempio fino all'ultimo fonti della presidenza egiziana, che non hanno mai dato un annuncio ufficiale della riunione, hanno fatto trapelare che sarebbero stati presenti anche il premier israeliano, Ehud Olmert, ed il presidente palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas), arrivato al Cairo per colloqui con Mubarak. Ulteriori controlli con altre fonti fanno invece escludere, almeno per ora, la loro partecipazione. La presenza di Olmert e Mazen in effetti non sembrerebbe avere gran senso, salvo dati non conosciuti, visto che il consiglio di gabinetto israeliano si appresta ad annunciare il cessate il fuoco unilaterale, e che Abu Mazen non ha alcun contatto con il nemico che Israele ha combattuto accanitamente dal 27 dicembre, il movimento integralista Hamas. Quest'ultimo, peraltro, controlla ancora il territorio, ormai devastato dai bombardamenti che hanno distrutto centinaia di edifici e ucciso circa 1200 palestinesi, tra i quali molti dirigenti del movimento. C'è chi parla, al Cairo, di «fibrillazione diplomatica» da varie parti. Prima di cominciare la sua riunione Olmert ha telefonato a Mubarak dicendosi favorevole alla sua mediazione per il cessate il fuoco. Anche se, a quanto pare, non avrebbe fatto alcun riferimento al ritiro dell'esercito. Con un ritmo altrettanto irregolare sembrano svolgersi i contatti tra egiziani e Hamas, dopo che il capo del movimento Khaled Meshaal ha ribadito le condizioni necessarie per il cessate il fuoco durante un vertice a Doha, ritenuto illegittimo dalla Lega Araba, perché senza il quorum previsto. La riunione ha irritato Mubarak, che nel suo discorso alla tv ha affermato con tono aspro: «Queste iniziative servono soltanto a dividere il mondo arabo». Tra l'altro il vertice convocato in tutta fretta per oggi si svolge alla vigilia di un importante appuntamentoeconomico per i capi di Stato arabi in Kuwait, che avevano deciso anche di dedicare un po' di tempo alla situazione di Gaza. A questo punto si concretizza l'idea che se Mubarak chiama a Sharm i leader europei, l'Onu ed altri potenti, mentre Israele sta portando a termine la sua operazione, un obiettivo probabile è soprattutto l'idea della ricostruzione e di come garantire la sicurezza sulle frontiere egiziane. Ma forse i suoi soldati possono non bastare dopo che Israele ha firmato a Washington un accordo con gli Stati Uniti per un controllo dei confini della Striscia di Gaza e per bloccare l'arrivo di armi ad Hamas anche con l'aiuto di altre forze Nato.

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