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Israele è l'aggredito non lo si può confondere con l'aggressore

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Non mi unisco agli ipocriti appelli al «cessate il fuoco». Se fossi un membro della Knesset sosterrei il mio governo e l'operazione «piombo fuso», convinto che il fuoco debba cessare solo quando l'aggressore - Hamas in questo caso - abbia dichiarato la resa. Le immagini di morte delle vittime civili israeliane e palestinesi provocano in me orrore della violenza. E dunque, poiché i civili israeliani sono vittime di Hamas e i civili palestinesi sono anche essi vittime di Hamas, che li usa come scudi umani e carne da cannone violando ogni più elementare regola, io voglio che Hamas venga definitivamente vinta, se necessario - così come è evidente oggi essere necessario - ricorrendo alle armi. Così come le Nazioni Libere sconfissero il nazismo e le nazioni che ad esso si erano unite con il ricorso alle armi. Sono indignato per come l'informazione continua a manipolare la verità dei fatti. «Piombo fuso» è la reazione dell'aggredito all'aggressore. Israele subisce ogni giorno da Hamas attacchi su postazioni civili: case, scuole, ospedali. E li subisce da quando Israele si è ritirata da Gaza, con un atto di coraggio storico che ha offerto ai palestinesi l'opportunità di una pace vera. Da allora i palestinesi di Hamas hanno ripreso la loro iniziativa che ha un solo, dichiarato, esplicito fine: la distruzione dello Stato di Israele, lo sterminio dei suoi cittadini. Esattamente come predica il nemico della pace e della vita, il dittatore iraniano Ahmadinejad. Eppure, per l'informazione italiana, gli attacchi quotidiani contro Israele non esistono. Sono occorsi dieci giorni prima che Sky Tg24 mettesse in onda un filmato della vita quotidiana di alcune città israeliane, dove i missili cadono ad ogni ora e tutto è fortificato e blindato. Provo orrore per chi manifesta a favore di Hamas, per chi brucia la bandiera di Israele, per chi confonde volutamente vittima e aggressore, per chi prega verso la Mecca davanti alle cattedrali in spregio alla propria e all'altrui preghiera, per chi usa le reti televisive a sostegno di Hamas. Provo angoscia quando ascolto un cardinale cattolico eminentissimo come Renato Martino sostenere che Gaza è un campo di concentramento, dove gli israeliani sarebbero i carnefici e i palestinesi le vittime. Non è il caso che la Chiesa cattolica ripercorra gravi errori del passato. Non è il caso di confondere l'aggredito con l'aggressore, non è il caso di invertire le parti tra vittima e carnefice, non è il caso di confondere una democrazia autentica, Israele, con una teocrazia come Hamas che si finge democratica e pratica il terrore tra gli stessi palestinesi. Per questi motivi che sto con Israele, fino in fondo, fino alla fine di «piombo fuso», fino alla resa di Hamas, fine alla pace, l'unica vera, quella in cui nessuno vuole lo sterminio dell'altro e tutti vogliono vivere in pace nella loro terra. *Deputato del Pdl

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