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Guglielmi: "Santoro è intollerante, occorre obiettività"

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Dottor Guglielmi, ha visto cosa è successo ieri ad Annozero? «Sì, ho letto i resoconti dei giornali e mi hanno raccontato quello che è accaduto. Ma non ho visto la trasmissione». Cosa pensa della lite tra Lucia Annunziata e Michele Santoro, due giornalisti che hanno lavorato con lei a Raitre? «Guardi, ho lavorato con la Annunziata e con Santoro. Sono stato io a portare Lucia in televisione con Linea tre. Da quello che ho letto mi pare che Santoro non avesse torto a dire che la Annunziata era stata invitata in qualità di ospite e non per giudicare la conduzione. Lei doveva rispondere alle domande che le erano state sottoposte. Da questo punto di vista - almeno formalmente - sembrerebbe aver ragione Santoro». Quindi lei si schiera dalla parte di Santoro? Non crede che faccia quello che vuole in Rai? «Capisco l'imbarazzo della Annunziata che si trovava in un ambiente che le era estraneo e nel quale non si identificava. Mi pare che abbia rimproverato alla trasmissione di essere troppo filo-palestinese e anti-israeliana. La Annunziata non condivideva quel contesto e questo l'ha indotta ad andarsene. Ma quello che le ha detto Santoro era incontestabile. È come se io mi permettessi di criticare il suo articolo. Mi pare che dal suo tono lei sia particolarmente critico verso Santoro. Però lei mi fa una domanda e le rispondo. Posso non condividere l'impostazione del suo giornale. Ma le rispondo». Sì, ma io non faccio scappare il mio interlocutore. Non crede che ad una trasmissione giornalistica si debba chiedere, come primo requisito, l'obiettività? E come la mettiamo con le critiche? «Non ho visto la trasmissione...» Ma lei è stato direttore di Raitre, non è forse l'obiettività il principio che dovrebbe ispirare ogni trasmissione di informazione giornalistica? «Sono d'accordo che le trasmissioni debbano essere obiettive e non di parte. Tranne, ovviamente, nelle televisioni di parte». Cioè? «Alludo alle televisioni private. Quella pubblica deve essere assolutamente obiettiva e deve portare il proprio punto di vista accompagnato da quello opposto. Così il telespettatore potrà ricavare le conclusioni che crede». Da direttore di rete se lo terrebbe questo Santoro che, alla fine della trasmissione, accusa addirittura la politica di non aver fatto niente? «Per forza. Durante la mia direzione c'erano continue polemiche con Samarcanda e, poi, con il Rosso e il nero. Non a caso Michele fu cacciato dalla Rai». Sì, ma allora Santoro faceva un giornalismo aggressivo. Oggi, invece, alla fine della trasmissione critica la politica dimenticando il suo ruolo di giornalista. «Santoro è quel che è: un grande giornalista. Io lo terrei anche se è molto duro e poco tollerante. Più che un giornalista di parte è intollerante. E gli piace una schiettezza brutale. Per quanto riguarda il Medio Oriente ha ragione lui: la politica mondiale, non solo quella italiana, non sta facendo niente. Altrimenti non vedremmo quello che sta accadendo». Se dovesse scegliere tra Santoro e la Annunziata un conduttore per la trasmissione di punta della sua rete chi prenderebbe? «Li terrei tutti e due. Con loro Raitre ha avuto grandi successi. Non rinuncerei a nessuno dei due».  

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