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Alitalia punta su Roma e Malpensa

Nuova Alitalia

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Il presidente della Cai, la Compagnia Aerea Italiana, ha bloccato sul nascere qualunque possibilità di far motto sulla querelle che oppone da tempo Milano e Roma sull'hub (lo scalo principale da cui far partire i voli a lungo raggio): «Non rispondiamo a domande di carattere politico» ha detto alla folta schiera di giornalisti accorsi dalla Capitale per capire come l'arrivo di Air France nel capitale sociale della rinata compagnia potesse far pendere la bilancia a favore dell'una o dell'altra parte del Paese. L'altolà preventivo del presidente non ha impedito, però, al suo numero due, l'ad Rocco Sabelli di arrivare presto al punto più atteso della giornata: la scelta dell'hub. Ed è a quel punto che si è capito che l'arrivo di Parigi non sposterà di una virgola la soluzione del dilemma della città che potrà fregiarsi del titolo di «scalo d'Italia». Colanninno e Sabelli, insomma, hanno messo in scena un'ardito esercizio di equilibrismo dialettico che consente al Nord di non sentirsi escluso dai giochi. E infatti Malpensa non morirà per abbandono. Però, per ora, si parte dal Leonardo Da Vinci. E solo in un secondo momento, quando l'eterno duello tra Linate e Malpensa sarà risolto a favore del secondo con la trasformazione dello scalo più vicino alla città in mero punto di arrivo della navetta Roma-Milano, solo allora Malpensa sarà hub. Nell'attesa il vero quartier generale operativo di Alitalia sarà Fiumicino. Poi a regime, quando la razionalizzazione dei due aeroporti milanesi sarà terminata, il Leonardo Da Vinci, sarà sviluppato per assicurare soprattutto i collegamenti «verso il Mediterraneo, verso l'Estremo Oriente e verso il Sud America» ha spiegato Colanninno. Che al tempo stesso ha ammesso come lo scalo varesino sarà l'hub di riferimento dei clienti business della Pianura padana a patto che siano realizzate le infrastrutture di collegamento tra Milano e Malpensa. Tradotto: intanto si parte. Poi si vedrà. La certezza, forse l'unica, è che la seconda lingua di bordo sarà sicuramente il francese. Air France entra nel capitale al 25% con 322 milioni di euro, pagando un «sovrapprezzo» di 40 milioni rispetto a quello versato dai 24 imprenditori italiani. Il matrimonio è però a termine: otto anni in cui il colosso franco-olandese garantirà l'italianità di Alitalia e nuove sinergie tra le due compagnie. Che in termini monetari significano 720 milioni nei prossimi tre anni (160-170 il primo, 270-280 dal secondo), contro gli attuali 89 milioni. E se entro il terzo anno non sarà raggiunto almeno il 50% delle sinergie previste Alitalia avrà il diritto di recesso. Fino al 12 gennaio 2013 poi nessun socio italiano potrà cedere le azioni all'esterno della compagine azionaria di Alitalia, nè ad AirFrance-Klm. La nuova Alitalia, infine, decolla con 12.500 lavoratori ma l'impegno, ha detto Colaninno, è «di riportare tutti coloro che sono in cassa integrazione o in precariato all'interno».

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