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Bossi "pressa" il Cav per Malpensa

Alitalia

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Un singolare tempismo da parte dei tedeschi conosciuti per la loro leggendaria capacità di programmazione. Per una volta, insomma, i teutonici hanno messo in campo l'italico vizio di presentarsi all'ultimo momento. E la gara per sposare la Cai, che mercoledì si era chiusa, con il sostanziale via libera del premier all'arrivo di Parigi, si è improvvisamente riaperta. In realtà la missiva non conteneva una cifra a più zeri ma solo l'intenzione di interesse avanzata dal numero uno di Lufthansa. Eppure si è tramutato nell'ultimo asso giocato da Bossi nell'interminabile partita sulla scelta del partner straniero di Alitalia. Che ancora una volta si è riaperta. Il leader del Carroccio ha spiegato al presidente del consiglio come da parte del vettore tedesco ci sia interesse sia per gli slot (le finestre orarie di decollo) di Malpensa e, in caso di fallimento dell'intesa con Air France, anche per un ingresso nel capitale della nuova compagnia. Impossibile a quel punto per Berlusconi non aprire uno spiraglio. Solo nel caso però in cui i tedeschi avanzassero una vera offerta. In mancanza, il Cavaliere, avrebbe tenuto il punto su Air France, affermando che verso la compagnia francese non ci sarà alcuna «svendita», visto che la partecipazione è con una quota di minoranza e che per cinque anni le cose resteranno invariate. Resta il fatto che Bossi con la nuova apertura del premier ha rassicurato i suoi elettori. Difficile per il partito del Carroccio spiegare ai cittadini coinvolti dal depontenziamento dello scalo varesino, ma più in generale all'intero elettorato, l'idea di essere forza di governo e non riuscire ad assicurare la sopravvivenza dell'aeroporto. Insomma per ora il popolo del Nord è rassicurato. Nel gioco delle parti anche il premier ha trovato il modo per spezzare sul nascere qualunque tentazione di spaccatura politica all'interno della maggioranza che lo sostiene. «Con la Lega c'è una grande serenità di rapporti, oggi (ieri ndr) è stata una colazione tra amici» ha detto Berlusconi alla fine del vertice. La partita si gioca da oggi a lunedì prossimo (giorno in cui dovrebbero tenere i cda di Cai e Air France per sancire l'accordo finale) e riguarda gli slot e le tratte che, anche ove fosse definitivamente chiusa la trattativa con Air France, il premier metterebbe sul piatto per trovare un punto di mediazione con Bossi. Il Senatur è pronto a puntare i piedi: «È evidente che chi pensa di far operare una compagnia aerea senza considerare Milano come un hub è destinato al fallimento e al ripetersi degli errori di Alitalia». Finora l'unica garanzia ottenuta è stata quella assicurata da Colaninno e Sabelli sul loro impegno a sostenere lo sviluppo di Malpensa aumentando il numero dei voli intercontinentali previsti per lo scalo lombardo nel giro dei prossimi due anni. Sulla querelle non può non essere considerato anche un fattore politico legato alle prossime amministrative. In effetti quella sull'hub milanese sembra anche una prova di forza interna al centrodestra in vista della «conta» dei voti tra Carroccio e Pdl nel turno amministrativo di primavera nelle regioni del Nord, dove la Lega potrebbe presentarsi da sola al primo turno.

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