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Idv e camorra, l'imbarazzo di Di Pietro

Antonio Di Pietro

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E lui è inevitabilmente finito sulla graticola. Certo, l'ex pm non ha alcuna colpa, ma è chiaro che, dopo questo scandalo, l'immagine del partito ne esce gravemente compromessa. Lui, però, non si ferma. Ieri è volato in Sardegna dove ha incontrato i vertici del partito garantendo il proprio sostegno alla ricandidatura di Renato Soru al vertice della Regione. Un'occasione per replicare alle dichiarazioni di Berlusconi («Il suo tentativo di dividere il centrosinistra e comunque lo spettro di allontanare l'Italia dei Valori è evidente») e per fermare la sua ipotetica corsa verso il Quirinale («È un organo di garanzia e come tale è bene che la presidenza vada sempre ad un persona che garantisca i diritti di tutti»). Ma anche per tornare sulla vicenda che ha colpito anzitutto suo figlio. Certo, il leader dell'Idv, si limita ad una considerazione di massima: «Io non mi lamento del fatto che ciò che ho detto io o hanno detto i miei figli al telefono sia pubblicato almeno i cittadini sanno cosa ci siamo detti, sanno che non ci siamo detti alcun fatto costituente reato ed io ho la possibilità di spiegarlo. Quale miglior democrazia di questa?» Insomma, Cristiano avrà anche tenuto un comportamento discutibile, ma non ha commesso reati. Quindi ben venga che le sue conversazioni vengano pubblicate. Non una parola, invece, sull'altro caso «scottante» che ha coinvolto l'Idv: il deputato Americo Porfidia indagato per camorra. La cosa, è ovvio, ha creato più di un imbarazzo, ma l'ex pm per ora non vuole prendere posizioni ufficiali. Anche perché, fanno notare nel partito, non si conoscono ancora i contorni della vicenda. Oggi l'avvocato di Porfidia si recherà in Procura per saperne qualcosa di più. Dovesse confermarsi l'accusa l'Idv è pronto a sospendere il parlamentare. Ma è chiaro che, dopo, nulla sarà più come prima.  

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