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Bossi-Berlusconi, aria di distensione

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Alla domanda se sotto l'albero si augura di trovare qualche altro regalo, Bossi risponde: «Mi basta il federalismo fiscale...». Quindi si parla di giustizia: «Non siamo ancora andati a fondo ma Berlusconi mi ha confermato che la vuole fare con l'accordo di tutti e questo implica sentire anche la sinistra. Non so se sarà possibile, le posizioni sono molto differenti ma Berlusconi mi ha confermato che la riforma vuole farla anche con la sinistra». Bossi, rimandendo in tema, dà via libera anche alla stretta sulle intercettazioni, un provvedimento sul quale pure il suo partito aveva mostrato dele perplessità: «Non si può fare finta di niente ma non si può neanche dare il Paese in mano alla magistratura come è successo per Tangentopoli. La magistratura non è sempre la soluzione per tutti i guai del Paese: deve poter fare il suo lavoro ma non si può sostituire alla politica. Non si può essere come ai tempi di Mani Pulite quando le toghe facevano il bello e il cattivo tempo», ha ancora detto Bossi che ha così concluso: i giudici «non possono a loro scelta intercettare chi vogliono ma devono farlo sulla base di quello che la polizia prevede come reato. Adesso invece buttano la rete e intercettano tutti: questo non è democratico, non va molto bene per un paese democratico». Bossi poi, cambiando argomento, affronta anche la crisi economica. Un altro capitolo sul quale vi erano state divergenze tra il ministro per le Riforme e il premier, «reo» di aver diffuso fin qui troppo ottimismo. Dice il leader del Carroccio: «Sacconi teme i licenziamenti e se riusciamo tutti a lavorare un po' meno, forse non ci sarà bisogno di licenziare». E sulla settimana corta, aggiunge: «È una proposta interessante, da seguire con attenzione».

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