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"Volevo portare qualcosa in più, ci sono riuscito"

Chiodi e Berlusconi

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Gianni Chiodi arriva pochi minuti prima delle dieci, quando il risultato elettorale è destinato ma non confermato. «Intanto si sta delineando un ottimo risultato, una vittoria che non è certa - ha esordito - Abbiamo fatto un grande lavoro tre anni fa il centrodestra per 18 punti. Il risultato è il frutto di una serie questioni: sicuramente ha giovato il buon governo di Berlusconi. Contrariamente a quanto si pensa a livello nazionale il risultato della maggioranza silenziosa è abbastanza chiaro. Poi ricordiamo che il governo regionale ha fallito non solo su piano etico ma anche su quello politico». Quasi timido, pochi sorrisi, sicuramente frastornato. Il futuro è già cominciato. Tanto gli assenti al voto però. «Questa è la sfida più importante, una sfida che sono certo di vincere. Dovevo portare qualcosa in più e ci sono riuscito». Dopo i primi segnali di vittoria la telefonata con Berlusconi. «Si ci siamo sentiti, abbiamo parlato», taglia corto senza rivelare i contenuti. Felice si sottopone alle tante domande dei giornalisti, sottolineando che all'inizio la delega alla sanità la terrà per sè. «Penso di aver già cominciato a lavorare - ha detto Chiodi - questo risultato è la chiara indicazione che qualcuno più di altri è riuscito a esprimere fiducia, speranza, rinnovamento della classe dirigente, sobrietà, onestà, impegno. Poi lavorare, lavorare, lavorare. E questa non è retorica, bisogna rimboccarsi le maniche e puntare più sul consenso che sull'ideologia». In pochi al voto si diceva. «L'unico cruccio è l'astensionismo, il mio impegno è che tra cinque anni gli elettori, dopo aver visto modello comportamentale di far politica diverso molti in più andranno a votare. C'è stata disaffezione verso politica ma anche altri concomitanti». Una vittoria per il Pdl. «È stato sicuramente un test politico, ci sono stati momenti in cui il Governo nazionale è stato attaccato anche con manifestazione in apparenza significative. È stata una minoranza rumorosa, che faceva molto rumore ma che non era sostanza politica». Pensa al passato quando guarda al futuro. «Sono stato candidato sindaco e sindaco, il mio atteggiamento nei prossimi anni non sarà tanto da Governatore roboante ma da sindaco di tutti gli abruzzesi». Una campagna elettorale con veleni e attacchi di basso profilo quella che c'è stata. «Dà fastidio vedere gente che interpreta comportamenti in momenti di stress con commenti che io non avrei mai fatto - ha aggiunto Chiodi - ciò mi ha fatto non apprezzare alcune tecniche di fare politica. Per me politica è confronto di idee, cosa nobile, non è dileggio degli avversari. Quando si superano certi limiti bisogna reagire. Chi è scaduto ha ricevuto debàcle alle urne. Alla fine dei conti non hanno raccolto la fiducia dei cittadini, coloro che dovevano apparire come paladini moralizzatori non hanno ricevuto consenso. Ci aspettavamo la sconfitta del centrosinistra, tra loro c'è un elettorato che si mobilita contro mai a favore o per; c'è antiberlusconismo, questo modo di fare lo interpreta in particolare l'Idv, ma è un metodo da secolo scorso. Meglio la scelta di Veltroni, di stampo anglosassone, non completamente recepita».

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