Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Augello: «Ma noi non c'entriamo Ha lasciato perché non ha più Veltroni»

default_image

  • a
  • a
  • a

Ma della situazione romana, anche se dal 2006 è stato eletto tra i senatori, conosce vita, morte e miracoli. Forse anche troppo, visto che qualche imprenditore si è lamentato con Alemanno per l'eccessivo peso dato proprio ai «consigli» di Andrea Augello. «Il sindaco decide per conto suo — taglia corto — È vero invece che avendo svolto un ruolo importante a livello regionale ho un margine di dialogo più ampio con le forze sociali e gli imprenditori. Ed è vero che in campagna elettorale io, come altri dentro An, ci siamo impegnati molto per Gianni. Poi però lui fa il sindaco e io il senatore». Però è innegabile che ci sia un rapporto molto stretto tra Alemanno e alcuni esponenti di An romani, come lei, Vincenzo Piso, Fabio Rampelli. «È ovvio che ci sia, è un rapporto che si basa sulla nostra esperienza maturata in anni di lavoro nella città». Torniamo alla Camera di Commercio. Andrea Mondello è un altro tassello della città di Veltroni che se ne va. È anche un punto a favore di Alemanno? «Non la leggo così perché non è un Ente che ha a che fare con il Comune. Piuttosto le dimissioni sono frutto di una vicenda abbastanza tormentata che si trascina da anni. Non dimentichiamo che all'ultima elezione Mondello ha dovuto farsi delegare all'assemblea dall'Abi perché Confindustria non lo ha fatto». Il motivo? «C'era uno scontro molto forte con Luigi Abete». Già, Abete è vicino al centrodestra e Mondello al centrosinistra... «È un'affermazione rischiosa. Perché ricordo che quando venne eletto Storace nel 2000 Abete sosteneva Marrazzo. Il suo mondo di riferimento è quello vicino alla Margherita, a Rutelli». Ma le dimissioni di Mondello possono essere un vantaggio per Alemanno? «Gianni è un sindaco che non si intromette negli affari delle associazioni imprenditoriali. E la Camera di Commercio non dipende dal Campidoglio. Veltroni, invece, era molto più interventista, interferiva parecchio». In che senso? «Ad esempio gli ha "tolto" molti soldi per organizzare Notti Bianche e via dicendo». Interventista però lo è anche Alemanno visto che sta cambiando tutti i vertici delle aziende capitoline. «Questa è una delle tante conseguenze nefaste della Giunta Veltroni. Ci sono stati amministratori che si sono comportati egregiamente e hanno presentato le dimissioni non appena cambiato il sindaco — penso a Fulvio Vento (presidente Atac) e Biagio Eramo (amministratore delegato dell'Ama) — e altri che invece si sono abbarbicati alla sedia. Non credo possano esistere società con il presidente nominato da un sindaco e con l'amministratore delegato scelto da quello successivo». A Roma il centrodestra non sta mettendo mano solo alle aziende, sta anche per presentare una delibera che riaccorpa nuovamente tutte le società del trasporto pubblico. Vista così sembra un ritorno al passato, a dieci anni fa. «No, era una necessità che aveva capito anche il centrosinistra. Stiamo andando verso la liberalizzazione del trasporto pubblico, come vuole la Ue. Se vogliamo essere competitivi non possiamo avere aziende che triplicano i costi». Da senatore dia un consiglio al sindaco Alemanno... «Acceleriamo i tempi per le spese per gli investimenti e creiamo un piano strategico per aiutare le piccole e medie imprese perché nel 2009 ci sarà un ritorno pesante della crisi. Però abbiamo idee e capacità per poterla risolvere. E a gennaio le metteremo in campo».

Dai blog