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Vigilanza, la politica discute Villari resiste

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Invece Riccardo Villari, presidente della commissione di Vigilanza Rai è ancora lì, tranquillamente seduto sulla sua poltrona e per ora non schioda. Anzi, per domani alle 14 ha convocato tutti a Palazzo San Macuto per una riunione della Commissione. All'ordine del giorno l'audizione del presidente Claudio Petruccioli e del direttore generale della Rai Claudio Cappon, ma anche due risoluzioni (relatori Marco Beltrandi e Adriana Poli Bortone). Insomma la Vigilanza inizia a lavorare a pieno ritmo. E poco importa che l'opposizione continui a «sparare» su Villari, lui tira dritto. In fondo Claudio Petruccioli ha garantito la propria presenza e quella di Cappon. «Certo che andremo alle audizioni - ha rispoto ai cronisti che lo interrogavano -, siamo stati convocati». Ad accoglierli, però, i vertici di viale Mazzini troveranno solamente la maggioranza. La riunione dei capigruppo che si è svolta ieri sera a Palazzo Madama non è servita a sciogliere il nodo, ma ha comunque segnato un passo avanti. Attorno al tavolo c'erano tutti: Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri (Pdl), Anna Finocchiaro e Antonello Soro (Pd), Rosi Mauro e Roberto Cota (Lega), Gianpiero D'Alia e Michele Vietti (Udc) e persino l'Idv Massimo Donadi che, nonostante il partito abbia ritirato i propri esponenti dalla commissione, non è voluto mancare. Alla fine il Pdl, pur ribadendo che non diserterà i lavori della Vigilanza, ha garantito all'opposizione che non intende procedere da solo all'elezione dei membri del Cda di viale Mazzini (anche se potrebbe farlo visto che basterebbe la maggioranza semplice). Una posizione apprezzata dal Pd e da Anna Finocchiaro che, al termine della riunione, ha commentato: «Non sono pessimista penso che una soluzione riusciremo a trovarla». Quindi ha aggiunto di «aver rappresentato ai colleghi della maggioranza che il senatore Villari è presidente della Vigilanza, ma non è espressione dell'opposizione e che, a queste condizioni di fatto, noi opporremo la non presenza alle sedute della commissione. I colleghi del Pdl ci hanno chiesto di poter fare una valutazione interna alla maggioranza nella giornata di domani (oggi ndr)». Alle parole di Finocchiaro fanno da contraltare quelle di Fabrizio Cicchitto. «È evidente che la nostra linea è autonoma da quella delle opposizioni che hanno complicato la vicenda per due ragioni - ha spiegato il capogruppo del Pdl alla Camera -: hanno sbagliato su Pecorella e, secondo, quando abbiamo ritirato la sua candidatura alla Corte costituzionale non ha ritirato la candidatura di Orlando. Ci auguriamo che l'opposizione faccia un passo verso Villari, eserciti una "moral suasion". Noi, dopo giovedì ci riserviamo di individuare autonomamente il percorso più efficace». Restano scettici, però, i piccoli. Per Gianpiero D'Alia «la maggioranza ha perso l'occasione per sbloccare la situazione disertando la Vigilanza. È un atteggiamento incomprensibile». E se Antonio Di Pietro chiede che la commissione, «screditata», venga abolita («è solo uno strumento di potere»), Massimo Donadi spiega che, anche se si dimettesse Villari e venisse eletto Sergio Zavoli, «l'Idv non parteciperebbe comunque alle riunioni: la nostra partecipazione dipende da un chiarimento definitivo che riporti il pieno pluralismo dell'informazione nel nostro Paese». Poco male, mentre la politica continua a discutere Villari resta seduto sulla sua poltrona. Tanto, come dice Silvio Berlusconi ai cronisti che gli chiedono un commento sulla situazione in Vigilanza: «Stiamo sulle cose giuste. Stiamo su Sky...»

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