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Il nodo

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«Noi siamo una forza autonoma ma non vogliamo essere isolati in Europa», è la posizione espressa da Veltroni, considerata un'apertura sia dal Pse sia dai delegati diessini che, con Piero Fassino hanno firmato il manifesto. E anche se il segretario rivendica l'unicità del Pd che «non può essere ricondotto alla tradizione socialista ed è paragonabile ai democratici americani», il presidente del Pse Poul Rasmussen e il capogruppo al Parlamento Europeo Martin Schulz, sembrano disposti, anche per propria opportunità, a concedere al Pd «tempo» e un nuovo nome al gruppo (si pensa a «socialisti e democratici» o «socialisti progressisti») per risolvere il nodo interno. Ma non sarà facile come dimostra lo scontro esploso ieri tra Piero Fassino e Arturo Parisi. L'ex segretario Ds conferma il proprio impegno a lavorare con «i partiti socialisti a costruire una nuova grande aggregazione riformista». Ma per l'ulivista la firma di Fassino al manifesto dei socialisti europei è un «fatto gravissimo». Tanto che subito aggiunge: «Mai, ripeto, mai aderirei tuttavia direttamente o indirettamente al Pse al seguito del Segretario dei Ds, come Fassino ci costringe oggi col suo gesto a fare». Immediata la risposta di Fassino: «Ad Arturo Parisi sarà sufficiente leggere con più attenzione le mie dichiarazioni correttamente riportate dalle agenzie, per constatare che le accuse che mi muove sono completamente infondate».

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