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Fedelissimi e decisionisti Tutti gli uomini del sindaco

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Voleva un pensatoio. Anche per aggregare nuove personalità. Ed è da lì, dalla Nuova Italia, che vengono le principali nomine effettuate dal sindaco in questi primi mesi alla guida della città. Oggi la fondazione è in piedi. L'attività si è un po' ridotta, come ovvio. Il grande capo si sta dedicando anima e corpo al Campidoglio. A reggere il tutto ci pensa il poco più che quarantenne Francesco Biava: era il capo della segreteria di Alemanno al dicastero di via XX Settembre. Oggi è deputato del Pdl. Biava agisce in tandem con Barbara Saltamartini, ex consigliera provinciale di An eletta nel quartiere Monteverde. Dalla Nuova Italia arriva Franco Panzironi, che della fondazione era segretario generale ed è stato sistemato nella poltrona scottante di amministratore delegato di Ama. E sempre da via Lucina arriva anche Potito Salatto, al quale era stato affidato il delicato compito di mettere insieme la lista civica alle Comunali. E sempre dallo stesso ufficio arriva Ranieri Mamalchi, silenzioso, felpato, poche parole. Di lui esiste una sola foto, è quel signore che accompagna all'auto Alemanno il giorno della vittoria mentre l'appena eletto sindaco abbandonava il comitato di via Salandra per dirigersi al Campidiglio. Anche Mamalchi era al ministero, si dice andrà al Centro Agroalimentare. Alla fondazione, come direttore del centro studi, c'è ancora Alex Voglino. Tipo eccentrico, vulcanico, è una sorta di consigliere per le questioni culturali tanto che si faceva il suo nome quale prossimo presidente di Zetema, qualora restasse ancora in piedi. Si vedrà. Di sicuro il fratello di Alex, Luca, è già ad di Roma Entrate, la cassa del Comune. E soprattutto la società che nelle intenzioni di Alemanno dovrebbe diventare la superholding a cui faranno capo tutte le partecipate municipali. Poi c'è il nucleo Campidoglio, quelli che lavorano sul quotidiano e con i quali il primo cittadino si chiude in una stanza quando arriva il momento di scegliere. Soprattutto di scegliere una persona. Anzitutto Antonio Lucarelli, l'attuale capo della segreteria. Lucarelli arriva dall'esperienza extraparlamentare di destra, per lungo tempo è stato l'ombra di Buontempo (sua moglie Patrizia era l'assistente parlamentare di Teodoro). Poi, nello sfascio della Destra sociale, la corrente che Alemanno guidava con Storace, e con l'uscita di scena di tanti che sono andati con La Destra, Lucarelli preferisce Alemanno. E Alemanno non l'ha dimenticato, è uno dei pochi dei quali si fida. Altro uomo che non compare in nessun organigramma municipale (e come spesso capita è uno di quelli che contano di più) è Antonio Buonfiglio. Anche lui era al ministero. Prima vicecapo di gabinetto, quando il capo era l'attuale assessore Castiglione, quindi numero uno dello staff. Cattolico, sempre vestito scuro con camicia bianca, parlantina sciolta battutaro ma mai sopra le righe, Buonfiglio è anche lui deputato e l'unico del giro al governo: è sottosegretario all'Agricoltura. Ma al Comune lo si vede spesso. Lucarelli-Buonfiglio. In realtà è un trio, va aggiunto anche il consigliere regionale Pietro Di Paolo. Che in realtà si chiama Di Paoloantonio. Ma siccome era troppo difficile scriverlo sulle schede elettorali, s'è fatto accorciare il cognome cambiandolo all'anagrafe. E' il marito della Saltamartini. E già, perché il connubio tra pubblico e privato, tra politica e famiglia a destra è una costante. Tanto è vero che Isabella, la signora Isabella, Isabella Rauti in Alemanno, moglie del primo cittadino, non è incasellabile in nessuno schema. Semplicemente perché è onnipresente, consigliera e confidente del sindaco, Isabella incide nelle scelte.

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