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Tutti evitano Villari, lui prepara le nomine

Villari (foto Pizzi)

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Sono giorni insoliti quelli di Riccardo Villari, presidente del fantomatico Napoli Club Montecitorio (un centinaio di iscritti paganti e una sola iniziativa) e da un paio di settimane presidente anche della Commissione di Vigilanza Rai. Tutti lo evitano. Pubblicamente tutti cercano di non stringergli la mano. L'altra sera, per esempio, Riccardino - così lo chiamano a Napoli - s'è presentato al premio Pimby («Please in my back yard», filosofia che ispira la propria attività in opposizione alla sindrome «Not in my back yard» che affligge coloro che si battono contro la costruzioni di opere pubbliche) al Palazzo delle Esposizioni. Giunto accompagnato da una signora bionda, Villari s'è sistemato al suo tavolo. Quando ha visto arrivare Gianni Letta, s'è alzato per corrergli incontro e salutarlo. Ma il sottosegretario l'ha ricambiato con una stretta di mano di cortesia. L'unico a parlarci è stato Antonio Polito, direttore del Riformista. Villari ha mangiato con gusto le varie pietanze e spesso si è allontanato per parlare al telefonino. Ieri gli è toccato essere sfottuto anche da Striscia la notizia, che lo ha fatto inseguire dal finto Bruno Vespa che lo prendeva in giro. In Vigilanza va avanti (anche se il Pd non partecipa ai lavori della commissione). Per la settimana prossima saranno avviate le audizioni. Si comincia da presidente e direttore generale della Rai, il 4 dicembre. Dopo Petruccioli e Cappon è possibile che si proceda con le audizioni dei direttori di rete e di testate. Poi sarà l'ora delle nomine, visto che il consiglio di amministrazione della Rai è scaduto da maggio. Veltroni chiama in causa Berlusconi: «Faccia rispettare i patti», dice riferendosi all'intesa raggiunta sulla presidenza candidando Sergio Zavoli. Dal Pdl fanno spallucce. Adirittura il ministro Gianfranco Rotondi rilancia: «Villari è giusto che vada avanti, continui nel suo percorso, a sbagliare non è stato lui ed è giusto che guidi la commissione di Vigilanza. Se mi chiede chi vedrei bene come presidente della Rai, le rispondo senza alcun dubbio Marco Follini, anche lui democristiano come me». Lui Riccardino s'allarga anche contro La7 «rea» di aver criticato la Rai.

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