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Scatta la gara tra i profeti di sventura a chi vede più nero

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Sembra che si sia innescata una sorta di gara a spararla più grossa quanto a stime su possibili crolli occupazionali, chiusure di aziende, negozi con le luci spente e i consumatori alla ricerca come rabdomanti dei saldi nascosti. Uno scenario apocalittico disegnato da quegli stessi che vorrebbero indurre i consumatori a allargare il portafogli come in pieno boom economico e che più che il calendario con i soliti nudi di star, preferirebbero la foto di un consumatore carico di pacchi e pacchetti con un sorriso a trentadue denti. Così la Confcommercio prevede che sarà un Natale magro, peggio di una Quaresima. Ci sarà una contrazione dei consumi. In termini monetari gli incassi previsti sono pari a +1,1% ma il dato, tenendo conto dell'inflazione, ovvero in termini reali, sarà negativo per un cifrà che varierà dall'1 all'1,5%. La cifra totale che spenderanno gli italiani si aggirerà intorno agli 8 miliardi. Addio cenone. Più che la dieta può la crisi. Gli acquisti di generi alimentari, secondo la Confcommercio, diminuiranno dell'1,5%. Male, dicono i commercianti, anche gli acquisti di vestiario. Resistono invece gli accessori. A Natale qualche regalo bisognerà pur farlo ecco quindi che si butta su cravatte e guanti. Chi deciderà di fare acquisti nel settore degli elettrodomestici sceglierà, dicono le stime di Confcommercio, quelli sotto i 50 euro: cioè macchine da caffè, rasoi e oggetti per la cottura. Nell'elenco degli acquisti natalizi i primi a subire un drastico taglio sono i fiori e le piante in genere. Ovvero, meglio spendere per qualcosa che dura a lungo, è la filosofia. Cresce quindi la quota (è l'11,5%) di tredicesima risparmiata: 9,6 miliardi contro 8,6 miliardi del 2007. Quella parte di reddito cioè che si tiene sul conto corrente o sotto il materasso in vista di tempi, se possibile, peggiori. 8 miliardi saranno destinati alla spesa presso i negozi, mentre i restanti 18,9 miliardi (+4,7%) verranno destinati ai servizi di mercato (alberghi, lotterie, giochi e ristoranti) e agli altri impieghi (cioè le spese fisse per la casa e le bollette). Il calo degli acquisti di generi alimentari non induce però ad abbassare i prezzi che continuano a salire nonostante quelli alla produzione siano in calo. A dirlo è la Coldiretti che sottolinea come gli aumenti dei prezzi di pandoro (+15%) e pasta (+26%) non trovano giustificazione nell'andamento del grano le cui quotazioni sono praticamente dimezzate rispetto all'inizio dell'anno, su valori inferiori a quelli di venti anni fa. Altro aruspice di sventure è Bruxelles. Il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, afferma che le stime di crescita per il 2009 andranno ulteriormente tagliate. Il destino di Eurolandia, dice, «è segnato»: sarà recessione. L.D.P.

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