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Beppino Englaro: "Dopo il verdetto non parlerò più"

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Nonostante una nota del presidente della Suprema Corte, Vincenzo Carbone, riportasse la volontà di rendere nota la decisione nel più «breve tempo possibile» per tutta la giornata non si è saputo quale destino fosse stato deciso per Eluana. Per ora quindi la ragazza, in coma da 16 anni, non ha ancora il diritto di morire come chiede da tempo chiede il padre. Un'altra giornata di sofferenza per Beppino Englaro che dal 18 gennaio del 1992 assiste la figlia. Ieri ha assistito all'udienza che si è svolta davanti alle sezioni unite della Cassazione per decidere se si potrà staccare il sondino nasogastrico che tiene ancora in vita Eluana. Una presenza silenziosa la sua che dopo 17 anni di «calvario giudiziario» ha deciso di uscire di scena sfogando la sua stanchezza: «Non parlerò più. Dopo che la Cassazione si sarà pronunciata non lasciatemi un minuto in più in questo inferno». Intanto in aula il Procuratore generale della Cassazione, Domenico Iannelli rivolgendosi ai giudici ha giudicato inammissibile il ricorso della Procura di Milano, perchè la stessa non era legittimata ad impugnare il ricorso in Cassazione. Nella breve requisitoria, il pg Iannelli non dice mai che per Eluana si possa staccare la spina. Si limita, infatti, ad affermare che la Procura di Milano non poteva impugnare la decisione della Corte dì Appello di Milano dello scorso 9 luglio che aveva dato il via libera al tutore di Eluana (suo padre) per interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiale. Questo poichè, come prevede la legge, «non si tratta di tutelare un interesse pubblico ma si tratta di una situazione soggettiva individuale».  

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