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Fiumicino, un girone infernale passeggeri in ostaggio per ore

Sciopero Alitalia

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Nel giorno dello sciopero selvaggio, delle partenze cancellate, quel cartellone giallo non ha mai fatto tanto a pugni come ieri con le code interminabili ai check in. Italiani e stranieri esausti, reduci da ore e ore di attese in fila per ottenere informazioni. Seduti a terra, accovacciati sui carrelli porta bagagli, con lo stomaco vuoto e la testa tra le mani. Consapevoli, la maggior parte di loro, della notte che dovranno passare in aeroporto, a Fiumicino. La rabbia e lo sconforto, la stanchezza e la speranza di un miracolo sono tutti nei volti delle migliaia di passeggeri, accalcati come bestie davanti ai dipendenti che immeritatamente si son dovuti prendere insulti e rimproveri. «Siamo qui da sei ore - racconta la professoressa Nigro - Con la mia classe aspettiamo il volo per Parigi. Arrivati a Roma da Catania con un'ora di ritardo intorno alle 13,45 ci avevano assicurato che non ci sarebbero stati problemi e invece ci è stato cancellato il volo. Sicuramente se ne riparla per domani ma intanto ci dovranno trovare una sistemazione». Le mani tra le gambe, appoggiata al rullo dove si caricano i bagagli, c'è Angela Parisi. Sessantacinque anni, il viso rigato da mezza giornata di attesa in aeroporto e un viaggio di sei ore alle spalle per arrivare a Fiumicino. «Sono partita questa mattina alle 8,30 da Savona alla volta di Genova - spiega - Da lì, dopo un'ora di ritardo mi sono imbarcata per Roma e dalle 14,30 aspetto invano il volo per Catania che però è stato cancellato. Sono qui senza aver potuto neanche mangiare un panino, ho aspettato tre ore e mezza per riavere il mio bagaglio che avevano già fatto salire sull'aereo e all'interno del quale c'era l'insulina per me vitale. Nessuno ci dice nulla, non una notizia sul prossimo volo: niente di niente». Aspettano anche loro, in fila, Giuseppe e Filippo Salomone. Da Catania sono arrivati a Roma per prendere il primo volo diretto a Bruxelles ma anche per questa destinazione le speranze sono vane: il volo è stato cancellato e dovranno attendere fino all'indomani mattina. «A saperlo - dice Giuseppe, il padre - rimandavamo la partenza. Per noi poi che viaggiamo con mia madre e mia zia anziane ed entrambe sulla sedia a rotelle è tutto ancora più difficile». Un po' meno stanco di loro ma con lo stesso sconforto sul viso un uomo in attesa da poco più di un'ora per il volo che alle 21,15 avrebbe dovuto portarlo a Parma. Anche per lui nessuna speranza: se ne riparla con il nuovo giorno. Arrabbiato, fuma una sigaretta dopo l'altra Francesco Matti. «Dovevo imbarcarmi stamattina per New York, finalmente una settimana di agognata vacanza e invece niente. Il volo è stato cancellato e non è certo neanche se partirò domani - spiega - Sono qui dalle 11,30 arrivato da Linate, sarei dovuto partire da Fiumicino alle 14 e invece ci hanno tenuto al Gate senza dirci nulla fino alle 18 quando ci è stato comunicato che il volo era stato cancellato e fine dei giochi».  

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