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Per l'opposizione punta a salvare dal carcere manager come ...

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Punto e basta. Ma anche se il dubbio resta, il disegno di legge delega del governo per il riordino della legislazione sulle crisi aziendali convince poco il centrosinistra che parte alla carica con una mozione che ha come primo firmatario il senatore dell'Idv Luigi Li Gotti. I rappresentanti di Idv, Pd e Udc vogliono infatti sapere dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti quali siano «i suoi intendimenti e il suo indirizzo politico» a proposito del provvedimento, visto che l'articolo 2 del testo «propone sostanzialmente lo stesso contenuto dell'emendamento «salva-manager» previsto nel decreto Alitalia che Tremonti, il 9 ottobre, aveva denunciato come «torbido» e dal quale si era dissociato minacciando addirittura le dimissioni qualora non fosse stato soppresso». Secondo i firmatari della mozione, infatti, il ddl «avrebbe addirittura un effetto più ampio e devastante rispetto a quello che aveva fatto gridare allo sdegno l'intero governo». Ma secondo il Pm Cascini non è così. Nel testo del governo è stabilito un inciso che rende le cose differenti. «I commissari liquidatori, se passasse la norma del governo, avrebbero una sorta di «carta bianca» per commettere reati senza finire in carcere. «Ma non si potrebbe applicare a manager come Tanzi, Geronzi e Cragnotti accusati di bancarotta fraudolenta», perché l'inciso limita la possibilità di commettere illeciti solo «nel corso della procedura» fallimentare.

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