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Merloni, 3.500 posti a rischio

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A rischio sono 3.500 posti di lavoro più tutti quelli dell'indotto. Per questo Fiom Cgil, Cisl e Uil sono scesi in piazza e ieri con 1.500 lavoratori hanno manifestato davanti al ministero dello Sviluppo Economico. «Dopo anni di cassa integrazione a rotazione - spiega Maurizio Landini segretario Fiom responsabile settore elettrodomestici - hanno messo tutti i 3.300 in cassa integrazione da qualche settimana. L'azienda è sotto commissariamente e i 3 commisari hanno 6 mesi di tempo per un piano industriale come dice la legge Marzano. Noi vogliamo la riorganizzazione dell'azienda in una prospettiva industriale». Secondo la Confartigianato sarebbero circa 1.200 le aziende della filiera elettrodomestico-elettromeccanica coinvolte nella crisi della A. Merloni e 9.000 lavoratori interessati. Secondo l'associazione regionale, si tratta per la maggior parte di imprese artigiane, che risultano coinvolte direttamente o indirettamente nella crisi del grande gruppo industriale fabrianese. La Confartigianato ritiene che la vicenda della A. Merloni rappresenti «l'apice della crisi, ma non costituisca assolutamente un fatto isolato nel nostro panorama industriale che risulta troppo dipendente dall'andamento di un ristretto gruppo di aziende trainanti».

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