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Baldassarre: «La Vigilanza? Inutile, fa solo politica»

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Un anno, dal marzo 2002 al febbraio 2003, alla guida della Rai e un'idea chiara: la Vigilanza non serve. Soprattutto oggi. Presidente, dopo 31 sedute, un'altra fumata nera a Palazzo San Macuto. Che ne pensa? «La cosa non mi meraviglia». Perché? «Semplicemente perché la commissione di Vigilanza opera in chiave politica e, quindi, non mi stupisce che al suo interno nascano conflitti politici». Ma ha ancora senso tutta questa bagarre a 33 anni di distanza dall'istituzione di questo organismo? «Francamente ha poco senso. La commissione di Vigilanza è stata pensata all'interno di una riforma che voleva portare la Rai sotto il controllo del Parlamento e, quindi, di tutte le forze politiche lì rappresentate». E oggi, cosa è cambiato? «Io credo che oggi il Parlamento si trovi davanti ad un bivio: o sceglie di dare al servizio pubblico un'autonomia effettiva, o continua lungo la strada di una Rai controllata dai partiti. E in questo caso, però, i partiti devono anche assumersi la responsabilità della qualità del servizio che oggi, mi sembra piuttosto scarsa». Lei è stato a viale Mazzini. Come incideva la Vigilanza sulla vita dell'azienda? «Non incideva, nel senso che si limitava a fare operazioni di tipo politico sulla Rai. Purtroppo raramente la logica politica va d'accordo con la logica del servizio politico». Cosa bisognerebbe fare per liberare viale Mazzini da questo «fardello»? «Il mio parere è che occorra affidare la Rai ad una Fondazione che ne garantisca il carattere di servizio pubblico. A questo punto la vigilanza verrebbe affidata ad un organo imparziale, ad un'Authority, che avrebbe il potere di controllare la correttezza dei bilanci e, soprattutto, la qualità delle trasmissioni che non possono, come accade ora, far concorrenza alla televisione commerciale sul terreno più becero». Quindi l'unica possibilità è privatizzare? «Si tratta di un'esigenza diffusa su cui tutti sono d'accordo. Anche perché ormai la Rai è quello che è». Il punto, però, è che mentre tutti a parole sono d'accordo nel liberare viale Mazzini dalla politica, poi passano settimane a discutere su chi deve fare il presidente della Vigilanza. «È un controsenso che dimostra come ormai la commissione sia esclusivamente mossa da logiche che non c'entrano niente con quelle che dovrebbero regolare il servizio pubblico».

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