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Veltroni stretto tra Di Pietro e l'ala moderata

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Il suo discorso di sabato ha «virato» decisamente sui toni che sono più congeniali ad Antonio Di Pietro, tornando a un'opposizione che vuole il muro contro muro. Se ne è accorto anche il leader dell'Italia dei Valori che infatti ieri, ospite della puntata «In mezz'ora» di Lucia Annunziata, ha spiegato soddisfatto che il segretario del Pd ha ritrovato il linguaggio «che anche noi abbiamo utilizzato e utilizziamo». «Oggi Veltroni dice le stesse cose che dicevamo noi, popolo di Piazza Navona — ha aggiunto — abbiamo ritrovato un modo identico di fare opposizione». E per spiegare meglio la necessità che Partito Democratico e Italia dei Valori tornino a fare opposizione insieme, Di Pietro ha usato una delle sue spiegazioni: l'Idv è per il Pd come il formaggio su un piatto di pastasciutta. «È importante — ha spiegato — che nell'opposizione gli elettori sappiano che si può scegliere tra un piatto di pastasciutta e un piatto di pastasciutta con il formaggio sopra» Parole che possono far piacere a una parte del popolo del Partito Democratico — che infatti sabato ha accolto Antonio Di Pietro a piazza Navona come un vero leader — ma che lasciano un po' di perplessità nella parte più moderata del Pd che non ha mai apprezzato i toni eccessivi dell'ex pubblico ministero di Mani Pulite. E per i quali il richiamo al linguaggio usato a piazza Navona dall'Idv è davvero difficile da digerire. Uno come Marco Follini, ad esempio, ieri metteva in guardia il segretario chiedendogli di evitare la deriva del populismo e della «radicalizzazione» sui cui «vincerà sempre Berlusconi». Piuttosto, è il suggerimento, bisogna costruire «un partito e un'agenda al passo con i tempi. Che vuol dire, in questa fase, una cosa sola: affrontare la crisi economica». Aggiungendo un'appendice velenosa: «La manifestazione è stata forte, sobria, civile. Punto. Detto questo, continuo a chiedermi se per noi del Pd il primo problema era davvero quello di scendere in piazza». Ma il bivio tra un'opposizione «dura e pura» come suggerisce Di Pietro e quella più dialogante come invece vorrebbe la parte più moderata e come ha più volte sottolineato di volere il Presidente della Repubblica non è l'unico problema che Veltroni si trova a dover sciogliere. Il segretario del Pd deve anche spiegare ai suoi elettori e al partito qual è il progetto politico che il Pd vuole portare avanti. «La manifestazione ci ha dato una spinta formidabile — spiega Lucio D'Ubaldo, deputato ed ex Popolare — ma bisogna capire come utilizzare questa spinta. Veltroni deve spiegarci qual è la strategia, deve uscire fuori dal balbettio di questi ultimi mesi. Il successo del Circo Massimo deve far partire una fase nuova, quella nella quale si costruisce qualcosa». «Il Pd — continua — non può usare la piazza come ha fatto Berlusconi per dare una spallata al governo. Perché questo governo ha i numeri per andare avanti. E allora ci aspettiamo una proposta, che però non può essere semplicemente quella di contrapporre l'apparato alla piazza, i vecchi ai giovani. Questo schema può essere usato come simbolo del cambiamento ma alla base ci deve essere un progetto. E quale sia spetta a Veltroni dircelo». Più cauto un altro ex popolare anche lui deputato, Enrico Gasbarra, poco propenso a credere che il leader del Pd voglia davvero seguire la strada di Antonio Di Pietro. «Penso che Veltroni deciderà di volta in volta sulla base dei temi dell'agenda politica. Intanto però il successo della manifestazione al Circo Massimo ha segnato due punti a suo favore: ha finalmente "elaborato il lutto" della sconfitta elettorale e ha ripreso in mano il partito». Ora deve decidere dove portarlo.

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