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E sulla Vigilanza i Democratici sono ostaggi dell'Idv

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È stato nominato il giudice della Consulta, si è svolta la manifestazione in piazza del Pd: ovvero sono dietro le spalle i due «paletti» politici, veri o presunti, finora messi davanti all'ipotesi dell'accordo, ma il nodo della candidatura di Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei valori, resta in piedi. Ieri il leader della formazione politica, Antonio Di Pietro, è tornato a ribadire con forza che il suo nome resta «fino in fondo». «La guida di un organo di garanzia va scelta dall'opposizione — ha detto — Io voglio farlo capire a Berlusconi, non cederò a questo che considero un ricatto, un'estorsione politica. Il presidente della Vigilanza non lo farò scegliere a lui». E sottolinea che Orlando non è solo il suo candidato ma il candidato delle opposizioni, «come hanno sempre detto Veltroni e Casini». L'ipotesi proposta dall'Udc era quella di una rosa di nomi e ora anche il Pd, dopo l'addolcimento dei rapporti con l'ex magistrato, starebbe accarezzando l'ipotesi di una proposta alternativa. Ad esempio che Di Pietro possa cercare di risolvere la questione proponendo una rosa tutta Idv. Mentre sembra remota l'ipotesi di una candidatura di Giuseppe Giulietti, sarebbe più probabile quella del capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.

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