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MILANO Le Borse europee arrivano al traguardo di fine ...

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In testa tra tutte le piazze finanziarie del Vecchio Continente, che hanno guadagnato quasi 4 punti percentuali (Dj Stoxx 600 +3,8%), Londra (+5,22%) e Parigi (+4,68%), inseguite da Milano (+4,49%) e Francoforte (+3,43%). La buona intonazione si è vista sin dai primi scambi della giornata sull'onda anche del recupero di Tokyo (+2,7 per cento), reduce da una seduta da brividi. Nel giro di pochi minuti, mentre titoli del calibro di Unicredit sono arrivati a strappare anche 10 punti percentuali, su quasi tutti i listini europei campeggiava un +5 per cento. Poi a fornire incertezza ai mercati, arrivati per qualche istante ad azzerare i rialzi, sono state l'avvio in rosso di Wall Street e la diffusione di alcuni dati macroeconomici Usa peggiori delle attese, tra cui l'indice sulla fiducia del Michigan e il dato sulle costruzioni di case nuove. Il tutto mentre il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, prendendo la parola alla Camera di Commercio americana, indicava che ci vorrà un po' di tempo per uscire dalla crisi dei mutui, ma che occorre mantenere la fiducia. Poi però sui mercati, oltre al graduale miglioramento di Wall Street, è arrivato il colpo di reni dei petroliferi (Dj Stoxx energy +7,5%), con il greggio che a New York è balzato oltre la soglia dei 70 dollari al barile, allontanandosi dai minimi degli ultimi tredici mesi. E così mentre a Londra sono schizzate al rialzo le Royal Dutch Shell (+8%), al fianco di Bp (+8,6%) e Repsol (+8,2%), a Milano è volata Eni (+14,5%) e a Parigi Total (+8%). Più volatili i titoli del comparto bancario, che mediamente sono saliti dell'1,9 per cento (Dj Stoxx banks). A zavorrare il settore sono stati i tonfi di alcuni colossi come l'olandese Ing (-27,5%), che ha preannunciato per il terzo trimestre una probabile perdita di 500 milioni di euro, a causa delle svalutazioni legate alla crisi dei mercati. Dall'altra parte hanno fatto da bilanciere i guadagni messi a segno da Unicredit (+7,6%), in scia all'ascesa dei fondi libici nel capitale della banca, Credit Suisse (+6,5%) e Royal Bank of Scotland (+5,5%). Vendite a mani basse poi su Ubs (-4,8%) dopo che l'agenzia di rating Standard & Poor's ha messo sotto osservazione il credito di controparte sul titolo, in vista di un possibile taglio. A ridare la carica ai listini europei ha contribuito inoltre la diffusione della trimestrale del gigante dei telefonini Sony Ericsson, che ha annunciato una perdita nel terzo trimestre (25 milioni di euro) minore rispetto a quanto previsto dagli analisti. Il titolo Ericsson ha così rialzato la testa, chiudendo in salita del 5 per cento. Ne hanno beneficiato anche i concorrenti, tra cui Nokia che è balzata oltre gli 11 punti percentuali.

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