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L'appello dei giovani imprenditori: «Stato e magistratura ci aiutino nella lotta all'illegalità»

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Il problema della legalità è quello maggiormente sentito. C'è chi denuncia la diffusione di un fenomeno che rischia di ostacolare la denuncia da parte degli imprenditori di interventi della malavita sulle loro attività. Parla Antonio Pezzone, vicepresidente dei giovani della Campania e titolare di un'azienda di costruzioni edili, l'Urbania. «Sa cosa accade quando denunciamo le azioni della malavita? Diventiamo per le banche aziende a rischio. Questo significa che essendo entrati nel mirino della malavita potremmo non essere più in grado di far fronte ai prestiti bancari. Risultato: rubinetti del credito chiusi». Per Pezzone la grande scommessa del governo è quella di battere la malavita nel medio, lungo termine. «I risultati nell'immediato si stanno vedendo, ma cosa accadrà quando la tensione si sarà allentata?». E aggiunge: «Non si può sempre agire sull'emergenza». C'è poi il problema della certezza della pena. «Quando la denuncia finisce davanti alla magistratura si aprono tante incognite - spiega Pezzone - I tempi sono lunghi e nel frattempo le aziende sono esposte a ritorsioni da parte di quella malavita che hanno denunciato». Non va meglio per quei giovani imprenditori che operano nel settore dei lavori pubblici. Carlo Barbagallo, vicepresidente dei giovani di Caserta, a capo della Cogebon, lamenta il meccanismo dell'eccesso di ribasso. «La qualità dei lavori diminuisce e spesso non vengono portati a conclusione». La lungaggine dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche «mette molte piccole imprese che non hanno solidità economica alle spalle nella condizione di fallire». Cosa chiede al governo? «Dovrebbe varare una normativa che consenta di appaltare quelle opere che hanno una effettiva copertura finanziaria. Poi adottare la direttiva europea che impone il pagamento da parte degli enti locali entro sessanta giorni dall'emissione della fattura». Un maggiore dialogo con le amministrazioni è quanto chiede anche Mauro Bernabei, presidente dei giovani di Teramo, che opera nel settore dell'arredamento per uffici. «Nonostante la cura del ministro Brunetta certi atteggiamenti nella Pa sono duri da combattere. Il dolce far niente di molti dipendenti pubblici sono un intralcio per chi vuole fare impresa». «Speriamo che il governo mantenga le promesse fatte in campagna elettorale. Già sul nucleare c'è stata una proroga" afferma Massimo Amoruso, alla guida di una società di servizi, la Telema, con sede a Napoli. «Più spazio alle idee», è la priorità che pone Claudio Agrelli con una società di comunicazione di Napoli. «La creativa è la vera risorsa dell'imprenditoria italiana e non va mortificata da un sistema bancario oneroso. È qui che il governo dovrebbe intervenire». L.D.P.

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