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E Ignazio diventa il Fiorello del Pdl

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La festa del Pdl l'ha organizzata lui, l'ha voluta lui e se c'è una cosa a cui il reggente di An non potrebbe mai rinunciare è questo: il partito, la gente, il popolo, il popolo delle libertà. Fini arriva un po' in ritardo, il suo intervistatore, Paolo Mieli, anche. Il pubblico si spazientisce e aspetta e lui sale sul palco come un dj in discoteca o come un animatore della Valtur, dirige tutti urlando nel microfono: «Rolloooo! Rollooo, sposta le sedie. Colella, fai togliere quello striscione». Avverte: «Venite tutti dentro, non vi fermate all'ingresso che lì fate da tappo. Venite dentro che c'è posto». Ma scherzando scherzando gli scappa qualche battuta con il retropensiero politico. Annuncia: «È arrivato l'onorevole Bocchino. Vabbè, tanto se ve lo siete perso lo vedete stasera in tv!». Oppure: «È arrivata l'onorevole Brambilla, che sta qui in prima fila». Ma avverte: «Sta per arrivare Gasparri. Ah, dimenticavo. Stasera c'è una vera chicca, un evento tributo a Lucio Battisti con Mogol. Non ve lo perdete. Oggi ci sono tante cose in programma. Sta solo a voi scegliere che cosa perdervi». Poi scherza: «Ci sono ancora posti per la cena di domani sera con Berlusconi. Chi vuole prenotare chiami Forza Italia, noi i posti che avevamo li abbiamo già esauriti. Però ne avevamo meno. Non 70 a 30 ma quasi». La cena costa mille euro a persona e tra gli uomini del premier c'era anche chi aveva storto la bocca pensando al fatto che Milano è tappezzata di manifesti con la scritta «Berlusconi alla festa del Pdl», senza spiegare che è a pagamento. Mille euro, poi, potrebbe essere impopolare in questo momento. Sarà. Uno si aspetta i colonnelli imbalsamati, i ministri in doppiopetto. Quello lì sul palco che a breve dovrà cedere la parola al presidente della Camera e al direttore del principale quotidiano italiano, sembra l'imitazione di Fiorello quando era giovane. Lui lo confessa: «Io pulisco pure per terra. Faccio di tutto, certamente non mi sono montato la testa. Mai volare, così se cadi non ti fai male...». Se questa festa si fa è perché l'ha voluto lui. Più che voluto l'ha preteso. Forza Italia nicchiava e forse un po' non era pronta per fare una festa. Lui, La Russa confessa: «Non riuscivo a distinguere chi era di Forza Italia o di An. Il simbolo è stato Gabriele Albertini che per anni, quando era sindaco, ha avuto Riccardo De Corato, di An, come suo miglior collaboratore. Ha detto che ora si può finalmente iscrivere al Pdl, e rappresenta la sintesi del sentire comune». Ricorda di essere ministro della Difesa e avverte: è possibile che in futuro siano ridotte alcune missioni all'estero dei militari italiani, come ad esempio quella in Bosnia. La Difesa, sottolinea il ministro, è finanziata con il bilancio ordinario e con una legge per finanziare le missioni all'estero che dovrebbe essere approvata a dicembre. «L'anno scorso - spiega La Russa - con i soldi del bilancio ordinario abbiamo finanziato per il 30% i costi delle missioni. Ho chiarito che se vogliono le riduciamo, alcune si possono aggiustare, ma fatta la decisione politica bisogna finanziare quello che costano». Ci sono missioni che non sono assolutamente in discussione, come l'Afghanistan, altre invece che potrebbero essere riviste. Ma qui è il giorno della festa. A 'Gnazio stavolta spetta la primogenitura. Di questi tempi non è poco. Soprattutto tra le file di An.

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