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Maroni litiga ancora con La Russa E il Cav è costretto a far da paciere

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A Maroni e alla Lega, che sempre di più si vogliono caratterizzare come il ministro e il partito dell'ordine. Il titolare del Viminale vuole mettere la propria bandiera sulla sicurezza e non sopporta intrusioni di campo, sconfinamenti o altro da parte del Pdl. Il silenzio del premier sull'affondo ai Casalesi, di fronte alla pioggia di dichiarazioni che avevano coinvolto tutti dal presidente della Repubblica in giù, erano state fin troppo eloquenti. Ma il vero derby, per il Carroccio, è con quelli di An. Destra e Lega hanno elettorati contigui, sono come due vasi di voti comunicanti: sale uno e scende l'altro e viceversa. Non è un caso che la Lega abbia voluto il Viminale, sistemandoci il successore dichiarato di Bossi, e An per contrappeso abbia preteso la Difesa, piazzando in quella posizione colui che regge il partito al posto di Fini. Ebbene, proprio nel giorno dopo la mega operazione, in cui magna pars l'hanno avuta i militari con i Carabinieri, Ignazio La Russa ha un appuntamento non marginale: va a Caserta per salutare i paracadutisti della Folgore che si preparano ad andare a riprendersi le strade della Domitiana. E saluta quelli che chiamerà «fantastici ragazzi» un po' in anticipo rispetto alla piena operatività dei militari. Sembra un'ennesima corsa a chi mette prima il cappello sul comparto tanto che La Russa precisa subito: «Nessuna corsa con Maroni». Sarà. Ma non basta. Così, a metà mattinata, arriva - anche qui non a caso - una nota del capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto: «Il ministro Maroni ha reso noto tutti gli elementi di una durissima operazione contro la camorra. Quanto prima entreranno in campo altri militari sulla base delle indicazioni del ministro della Difesa. Per parte sua il ministro Alfano ha preso una serie di iniziative legislative contro la mafia». Come dire: ricordatevi che per battere i clan deve esserci un'azione congiunta di più dicasteri, e poi non dimenticatevi che non ci sono solo Maroni e La Russa ma anche Alfano. Non solo. Dalla Difesa il ministro di An prova a rassicurare il collega: «Ringrazio pubblicamente e sinceramente Maroni per aver deciso, assieme a noi, di offrire una forza capace di affrontare l'emergenza». Ma da Roma, durante la registrazione del programma «Matrix» Maroni spara di nuovo contro il ministro di An, anche senza citarlo: «Sui militari decido io». Di fronte all'ennesima diatriba, Berlusconi decide di intervenire. E così, proprio all'inizio della conferenza stampa che si tiene a metà pomeriggio a Napoli per l'emergenza rifiuti, dice chiaramente: «Con questa operazione abbiamo dato un colpo, credo definitivo, alla camorra di Caserta, il governo continuerà a far valere la presenza dello Stato e la sua forza». Quindi ringrazia per ben due volte tutte le forze dell'ordine. E ringrazia pure, per inusuale, la magistratura (Giustizia), racconta di aver incontrato anche il gip Capuano dell'inchiesta contro la camorra. Spiega di aver fiducia nel sottosegretario Cosentino e nel deputato Cesaro, citati nelle inchieste. Rassicura tutti. E sottolinea che il metodo da seguire è quello utilizzato per l'emergenza rifiuti: fare, fare, fare.

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