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Alitalia, pressing finale sui piloti

Alitalia

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Giovedì scadono i termini previsti dall'Ente nazionale per l'aviazione civile per la proroga delle licenze concessa alla compagnia. «Constatato lo stato di chiara crisi economico finanziaria della compagnia - ha avvertito l'Enac in una nota - e l'attuale assenza di offerte abbiamo chiesto al commissario straordinario di presentare entro giovedì 25 settembre una relazione contenente un piano di emergenza che abbia le stesse caratteristiche di concretezza e di realismo in base alle quali sono state rilasciate le licenze provvisorie». Nella nota, diffusa dopo l'incontro tra il presidente e il direttore generale dell'Enac, Silvano Manera e Vito Riggio, e il commissario straordinario Alitalia Augusto Fantozzi, si ricorda: «L'eventuale carenza di requisiti per il mantenimento delle licenze o l'assenza di nuove offerte determineranno inevitabilmente il decadere delle stesse». Al termine della presentazione del progetto, l'Enac prenderà tre giorni di tempo per valutare la documentazione e decidere. Perdere le licenze sarebbe un danno irreparabile. Che i piloti conoscono bene. Ma proprio i piloti non mollano. Dopo aver rifiutato i limiti imposti dalla Cai, ora si stanno mobilitando per organizzare una «contro-cordata». Tra le proposte quella di investire parte del loro stipendio e del Tfr per risollevare l'azienda, trasformandola in una sorta di cooperativa. «Ci sono altre possibilità a quelle proposte dal governo - incalza Roberto Spinazzola, segretario generale dell'Up - abbiamo dato totale disponibilità: possiamo rinunciare allo stipendio per il tempo necessario ma le condizioni poste dalla Cai erano veramente inaccettabili». Eppure c'è chi rimpiange la proposta di quello che sembrava essere l'unico acquirente: ieri un gruppo di dipendenti ha manifestato all'aeroporto di Fiumicino affinchè tutte le sigle sindacali si decidano a firmare l'accordo che al momento sembra essere l'unica via di salvezza. Se entro giovedì i piloti non scenderanno a compromessi, le conseguenze saranno drammatiche. Il fallimento sarà assicurato e tutti i dipendenti andranno in cassa integrazione, senza godere delle agevolezioni previste dal decreto. Un concetto che sembra proprio non essere chiaro ai sindacati di categoria che dichiarano di essere «in contatto con qualche istituto bancario e con qualche fondo di investimento». Un appello a ridimensionare le pretese è arrivato anche dal ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola: «Siamo veramente alla fine - ha dichiarato - Rivolgo un ultimo appello a tutte le parti perché ciascuno si assuma fino in fondo le proprie responsabilità nell'ottica di garantire la sopravvivenza di un importantissimo patrimonio nazionale, di assicurare la continuità del servizio di trasporto aereo nel nostro Paese e di preservare oltre 12 mila posti di lavoro». Il presidente dell'Anpac Fabio Berti ha espresso forti preoccupazioni per le «pressioni psicologiche», alle quali sono sottoposti i piloti in questi giorni, «che possono mettere a rischio la sicurezza dei voli». E ai piloti che parlano degli ultimatum imposti per fare pressioni il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha risposto così: «Non erano minacce per accelerare le risposte. Ogni volta che si prolunga l'agonia di Alitalia si riducono le possibilità di trovare una soluzione».

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