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Il Cavaliere accusa: «La Cgil è responsabile»

Berlusconi

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Ancora a San Giuliano di Puglia per inaugurare la nuova scuola che sostituirà quella crollata nel 2002, il presidente del Consiglio aveva manifestato l'intenzione di proseguire le trattative anche senza il sindacato guidato da Epifani: «Non esprimo giudizi e pronostici, io penso che si possa andare avanti anche senza», aveva risposto a una domanda sulla riottosa Cgil. Un paio d'ore più tardi aveva lasciato intravedere una speranza: «Non sono preoccupato, auspico una soluzione positiva. Comunque, farò più tardi una conferenza stampa», aveva detto poco prima delle 17, appena tornato a Roma dal Molise. Un annuncio, quello dell'incontro ufficiale con i giornalisti, che verrà smentito poco dopo: «Ho sentito al telefono Palazzo Chigi e devo precisare che stasera non ci sarà nessuna conferenza stampa. Ho solo detto che parlerò quando la vicenda sarà conclusa. A quel punto faremo una conferenza stampa», ha precisato il Cavaliere al termine di una breve visita in un negozietto di bigiotteria a due passi da via del Plebiscito. Berlusconi avrebbe appreso del ritiro dell'offerta da parte di Cai su Alitalia dai cronisti che lo attendevano a palazzo Grazioli. Dopo lo shopping e il positivo auspicio, il premier è rientrato a palazzo Grazioli, dove ha trovato nuovamente i giornalisti ad attenderlo. Li ha fatti entrare nel cortile interno del palazzo adibito a residenza e ufficio. A questo punto, un cronista gli ha riferito che da pochi secondi era stata battuta la notizia che annunciava l'orientamento ufficioso di Cai per il ritiro dell'offerta. E Berlusconi si è mostrato sorpreso. A chi ha chiesto poi se quella di Cai potesse essere una mossa «tattica», ha risposto: «Non lo so, non lo so. Quello che so è che il dottor Letta mi informa ogni tre minuti e forse le informazioni che avete voi vengano da sotto, dalla strada, non dalla sala (dell'assemblea Cai, ndr). E quindi credo di essere più informato di voi». Tuttavia, per sincerarsi che non vi fossero novità, Berlusconi ha chiesto ad un suo collaboratore di chiamargli il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Poi, dopo aver affrontato altri temi ed in particolare dopo aver spiegato di non aver mai detto che il leader del Pd Walter Veltroni è inesistente, si è allontanato per recarsi in una sala al piano terra di palazzo Grazioli per parlare, evidentemente, con Gianni Letta. Dopo pochi minuti, è tornato dai giornalisti per confermare di aver appreso che effettivamente Cai aveva ritirato l'offerta. «Ho avuto conferma che la Cai ha ritirato l'offerta», ha detto il presidente. «La situazione è drammatica, potremmo essere di fronte a un baratro. Certo - ha aggiunto Berlusconi - ci sono pesantissime responsabilità della Cgil e delle associazione dei piloti che valuteremo». Insomma, la responsabilità, torna a accusare, è innanzitutto di chi non ha firmato un accordo a portata di mano: Cgil e piloti. Certo, poi c'è anche la politica. Ma viene dopo. Un attacco che il sindacato e il Pd respingono al mittente: niente scaricabile, se un colpevole c'è è il presidente del Consiglio. In ogni caso, che davanti ci sia solo il fallimento, frena il Cavaliere, è ancora da valutare. Così come il governo non sembra aver perso le speranza di ricucire il dialogo tra Cai e i sindacati.

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