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Noi socialisti non stiamo con gli ex fascisti

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Ricordo ancora gli offensivi girotondi di dirigenti del Msi attorno alle federazioni del Psi di mezza Italia, il cappio della Lega sollevato alla Camera, i tanti tribunali fittiziamente aperti in Italia per processare sindaci e amministratori locali per il solo fatto che rappresentavano una buona storia ed una bella tradizione. Ha di nuovo ragione Ennio Flaiano quando scriveva che l'Italia è il paese dove si sale rapidamente sul carro del vincitore. Senza esami di coscienza, senza confessioni e senza penitenza e atti di dolore. Dubito che il motto di molti elettori socialisti che hanno scelto la Casa della Libertà sia stato "mai con i carnefici".Nella sinistra del tempo - ed anche in larga parte di questa - non hanno trovato invece quel tasso di riformismo necessario a catturare consensi in un elettorato espressione di una società profondamente cambiata. Noi siamo ostinati. Non ci piace un centrodestra che inciampa su Salò e sul fascismo, che inneggia - Tremonti ministro - a "Dio, Patria e Famiglia" come fossimo nell'età sabauda, che fa inchinare lo Stato di fronte al massimo rappresentante della Chiesa di Roma, che non si batte per i diritti individuali di libertà che altrove in Europa - Spagna di Aznar compresa - sono già leggi dello Stato. E non ci piace certa sinistra che pensa ancora alla lotta di classe, scambia la tolleranza con il permissivismo e giudica le liberalizzazioni come il male maggiore. Anche i concetti di destra e di sinistra si sono trasformati. Non al punto, però, di aver annullato ogni confine. *Segretario nazionale Partito Socialista

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