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Alessandra Servidori La Cgil si sta preparando ad andare ...

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Il Governo ha comunque delle carte da giocarsi. E soprattutto - questo è il vero punto di forza - se Berlusconi riuscirà e a superare le turbolenze interne alla coalizione di maggioranza, godra del favore dell'opinione pubblica. Prima di assumere delle iniziative, la Cgil osserverà con attenzione la linea di condotta delle altre sigle e del Pd. Ma è evidente - bastava ascoltare le dichiarazioni rilasciate da Epifani nel suo recente peregrinare per l'Italia - che il gruppo dirigente della Cgil sta mobilitando la propria base, a prescindere da ogni altra valutazione. Nei giorni scorsi l'agenzia stampa Il Velino ha sottolineato il tono e le parole d'ordine usate in un documento dell'organizzazione guidata da Guglielmo Epifani che viene diffuso in questi giorni nelle strutture periferiche della confederazione di corso Italia. L'obiettivo delle 12 pagine messe a punto dai tecnici della Cgil è chiaro: contrastare nella base sindacale le iniziative del governo in materia di lavoro e fisco con alcune controtesi che ricorrono a espressioni degli anni Settanta. Basti pensare che si sostiene che quello dell'esecutivo Berlusconi è un «approccio di classe e maschilista». Nel documento si cerca infatti di criticare ad esempio l'eliminazione dell'Ici sulle prime case giungendo alla conclusione che è un provvedimento che «premia i redditi dei più ricchi». Ma i ballon d'essai non sono finiti: il vertice della confederazione cerca di convincere gli iscritti che la detassazione degli straordinari favorisce «comportamenti pericolosi per la salute». Ed è qui che viene fuori - secondo la Cgil - il maschilismo del Governo. Guai a detassare il lavoro straordinario che sarebbe una prerogativa solo maschile. La lingua batte dove il dente duole, evidentemente. Quella di criticare a tutti i costi la detassazione sperimentale degli straordinari (dimenticando a bella posta) che il provvedimento si riferisce anche ai premi aziendali) sembra essere uno dei veri fini del documento dell'organizzazione sindacale, visto che, come si desume dallo stesso rapporto della Cgil, la misura appare gradita invece dai lavoratori. Per questo si legge nel documento, «ne discende la necessità di un lavoro, capillare e minuzioso, di orientamento dei nostri delegati e delle nostre strutture, al fine di impedire che le divisioni implicite in misure come queste trovino terreno ulteriormente fertile tra i lavoratori, pressati dalla scarsezza di risposte salariali». In altre parole, bisogna convincere i lavoratori che stanno sbagliando.

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