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«No al voto agli immigrati» Bocciata l'apertura di Fini

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L'apertura del leader di An alla proposta avanzata dal capo dell'opposizione Walter Veltroni trova il niet deciso del titolare del Viminale che parla anche a nome del proprio partito: «La Lega è sempre stata nettamente contraria al voto amministrativo agli immigrati e io confermo questa contrarietà. Anzi, non credo che questa iniziativa andrà avanti». Dopo poche ore arriva anche lo stop del presidente del Consiglio. Berlusconi, in una conferenza a Napoli, è lapidario: «Fini ha espresso un suo parere ma questo tema non è nel nostro programma e all'ordine del giorno non c'è alcuna iniziativa di legge al riguardo». Il pensiero di Fini su questo argomento non è nuovo: già nell'ottobre 2003 aveva auspicato un allargamento della base elettorale: «Sono maturi i tempi per il voto agli immigrati», disse quando era vicepremier. Anche allora la Lega minacciò di sollevare mari e monti pur di scongiurare un'eventualità di questo tipo. L'altro ieri Fini, alla Festa del Pd di Firenze, ha strizzato l'occhio alla proposta di Veltroni che gli aveva chiesto di favorire l'iter legislativo di un ddl sulla materia. Ma l'apertura di Fini non ha trovato sponde favorevoli all'interno della maggioranza. Anche da An si è levato un coro di «no». Contrario il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: «In questa legislatura non ci sono numeri e condizioni per questa svolta che sarebbe un errore. È nota la posizione più aperta di Fini, fa parte della libertà di pensiero». Dello stesso avviso il ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha sconfessato il leader: «La priorità non è questa ma lottare contro l'immigrazione clandestina, questa è la posizione comune di tutta An». Il veto al voto agli immigrati è venuto anche da altri esponenti di spicco della maggioranza, come il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto: «Aprirebbe un problema delicatissimo che riguarda la cittadinanza». E c'è addirittura chi arriva ad auspicare un referendum sulla questione come fa il segretario de La Destra Francesco Storace che giudica «stupefacente» la posizione del presidente della Camera. Le uniche voci fuori dal coro nella maggioranza sono quelle del ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: «È il suggello dell'integrazione, non è nel programma ma il Parlamento è sovrano», e del deputato del Pdl Benedetto Della Vedova: «Quello di Fini è un atto coraggioso». Scontato, invece, l'affondo dell'opposizione che ha colto al balzo l'opportunità di sottolineare la divergenza di vedute all'interno del centrodestra: «È grave che la maggioranza e il governo siano profondamente divisi su un tema delicato come quello dell'integrazione e del voto agli immigrati», ha detto il ministro dell'Interno del governo ombra del Pd, Marco Minniti. A rincarare la dose il segretario del Pd Walter Veltroni: «La notizia mi pare sia il fatto che il presidente Berlusconi ha opinioni diverse dal presidente della Camera Gianfranco Fini». Ma Veltroni ha criticato anche quello che sta diventando di giorno in giorno un alleato sempre più scomodo: «Mi ha colpito che Di Pietro abbia detto no, ma in fondo è la stessa posizione di quando disse sì al reato di immigrazione clandestina». A questo punto il dialogo su un tema così delicato veleggia in alto mare anche se Fini ha già annunciato che aspetta di vedere il ddl che proporrà Veltroni «per esprimere un parere al riguardo».

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