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De Laurentiis: «Dateci leggi adeguate o vado via Se chiudono gli stadi lo Stato si cala le braghe»

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Il patron azzurro commenta a muso duro le vicende degli ultimi giorni e le nuove disposizioni che impediranno ai sostenitori della squadra di Edy Reja di poterla sostenere nelle prossime partite. «Chiudere lo stadio equivale a far morire lo sport e a far vincere la sudditanza alla violenza. Attuando queste disposizioni, di fatto, lo stato si cala le braghe». Di chiusura dello stadio San Paolo, il massimo dirigente partenopeo proprio non vuole sentir parlare. Ha l'aria di chi vorrebbe dire tante cose, è infuriato, in un momento in cui la situazione non è proprio serena. Anzi. Chiudere l'impianto di Fuorigrotta, però, «vorrebbe dire che non ha la capacità di essere produttore di legalità». «Ma io - spiega - sono fermamente convinto che lo Stato sia in grado di produrre legalità. Di fronte a un inizio di campionato così macchiato basta dire "adesso è il momento di agire". Basta essere pragmatici e fare un dispositivo legge che permetta alle persone per bene di andare allo stadio con i propri bambini». «Mancano delle leggi specifiche sul calcio - ha detto - che servano a reprimere, ma non punendo i tifosi veri o i club, penalizzando di conseguenza le città. Credo si debbano creare delle leggi che tutelino le società e i veri sostenitori». Anche il presidente del Napoli tira in ballo l'Inghilterra: «L'Inghilterra - ha spiegato - 15 anni fa era un territorio impossibile per il calcio, mentre oggi è cambiata perché sono state crete apposite leggi».

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