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Niente più guerra civile in politica, ma dialogo e ...

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I lavori del think tank, aperti da Enrico Letta (Pd) e dalla presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno (Pdl), hanno preso il via ieri nella centrale idroelettrica di Fies, a Dro, in Trentino, tra professionisti di tutti i campi, politici compresi. A sostenere come si sia tornati «a un clima da guerra civile nella politica italiana», è stato Enrico Letta che ha condannato questa involuzione chiedendo alle forze politiche di instaurare «un clima diverso, di chiarezza di posizioni: di una maggioranza che faccia la maggioranza e di una opposizione che faccia l'opposizione, dentro un dialogo sulle grandi riforme e dentro un riconoscimento reciproco». «L'importanza del dialogo» è stata ribadita da Bongiorno, in particolare in vista delle riforme istituzionali. «Ben venga dunque - ha affermato - anche quello tra Lega e Pd. Servono maggioranze trasversali sui problemi concreti, che prescindano dai colori». Letta, invece, ha frenato: «Sono molto dubbioso - ha affermato - che l'interlocutore naturale per il Pd debba essere la Lega Nord. Il federalismo fiscale non è un tema di proprietà della Lega». Ha ribadito poi la determinazione ad andare ad un referendum sul tema, «se venisse imposto un progetto fatto dalla maggioranza per conto suo». Letta ha poi affrontato la questione giustizia e ha espresso un parere negativo sulla utilità di indire il referendum abrogativo sul Lodo Alfano. «Un referendum - ha detto - si fa per vincere e non per testimoniare un'idea, ma da anni in Italia è sempre mancato il quorum». Altro grande tema della manifestazione è la battaglia contro gli stereotipi italiani, che riportano al passato. Da qui l'idea di scegliere un logo provocatorio: la pasta, accanto allo slogan «Futur in the past(a)?», il futuro nel passato o nella pasta. Proprio in prospettiva futura, un intervento dell'editore Alberto Castelvecchi ha discusso come stia cambiando il senso della privacy, che «per come la conoscevamo, è morta», alla stregua del copyright, «concetto di inalienabilità superato a favore della conoscenza collettiva, con un passaggio dalla centralità dell'individuo al condivido, concetto novecentesco di conoscenza comune, ora reale e della property, su cui prevale adesso il concetto di ricchezza come potere di connessione».

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