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Giustizia, Pdl contro l'Anm «Basta invasioni di campo»

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Lo scontro più duro si registra tra il Pdl e l'Associazione nazionale magistrati. Sabato era stato l'avvocato del premier Niccolò Ghedini a tentare una mediazione lanciando la proposta di un doppio Csm: uno per i pm e l'altro per i giudici. Una soluzione che sembrava rispondere alle preoccupazioni dell'Anm che, commentando l'insistenza dell'esecutivo sulla separazione della carriere, aveva chiesto di sapere chiaramente da chi sarebbero dipesi i pubblici ministeri. Ma neanche le parole di Ghedini sono servite a stemperare il clima. Intervistato da Repubblica il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara attacca duramente l'idea su cui sarebbe al lavoro il centrodestra. Per Palamara lo sdoppiamento proposto da Niccolò Ghedini è «del tutto inaccettabile». «Minerebbe alla radice l'assetto della magistratura - attacca -. Il Csm va bene così come è perché garantisce l'equilibrio tra poteri dello Stato». Palamara chiede quindi di «smetterla con le delegittimazioni» e avverte: «Se Berlusconi pensa di accelerare i tempi della giustizia modificando l'assetto della magistratura sappia che i processi non dureranno neppure un giorno di meno». «Invece dialoghi con noi - conclude - per una riforma che serva effettivamente ai cittadini». La risposta più forte alle accuse di Palamara arriva dal portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone: «Dopo gli insulti del suo collega Cascini, oggi è Palamara a ridare voce alla parte politicizzata dalle magistratura. È bene ricordare due cose. Primo: non tocca al loro fare le leggi. Secondo. Aggredire la separazione delle carriere e l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale pone Palamara in una posizione surreale, visto che quasi tutti i paesi dell'Occidente avanzato hanno fatto queste scelte. Palamara pensa forse che tutto il mondo sia antidemocratico e l'Anm maestra di democrazia?» Per Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati Pdl, «la riforma della giustizia non deve essere né una resa dei conti della politica, né condizionata dalle minacce dell'Associazione magistrati, ma deve essere frutto di una serena e condivisa riflessione per uscire da una crisi ormai irreversibile». Più pacato il ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: «Non c'è nessun tentativo di delegittimazione della magistratura. Lo dico a Palamara, nei confronti del quale nutro stima e rispetto. C'è la volontà a riformare nel concreto il sistema giudiziario e farlo possibilmente con l'opposizione non giustizialista e confrontandoci con le toghe non politicizzate». In ogni caso le polemiche non frenano il lavoro di Berlusconi che, anzi, intende tirare dritto sui progetti di riforma, che dovrebbero approdare presto in Consiglio dei ministri. Di scritto c'è ancora poco, ma il ministro Alfano è al lavoro e questa settimana potrebbe avere un incontro con il presidente del Consiglio per definire i contenuti della proposta e accelerare i tempi.

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