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Ma il ministro Alfano accelera sulla riforma dei processi

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Tra una quindicina di giorni, superato lo scoglio del consiglio dei ministri del 28 agosto con all'ordine del giorno la nuova legge elettorale per le europee, il Guardasigilli comincerà a consultare gli alleati di governo e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato per entrare nel merito delle diverse ipotesi di riforma. Senza però chiudere la porta alle opposizioni, vista l'intenzione di recuperare il lavoro di undici anni fa della Commissione bicamerale presieduta da Massimo D'Alema e di trarre spunti anche dai ddl dell'ultimo governo Prodi per accelerare i processi civili e penali, oltre che da alcune proposte di legge presentate alla Camera dal Guardasigilli ombra del Pd Lanfranco Tenaglia e al Senato da Gerardo D'Ambosio, ex magistrato del pool «Mani Pulite«. Al primo posto dell'«agenda Alfano» c'è la riforma del processo civile (che in autunno arriverà in Parlamento come ddl collegato alla finanziaria). A seguire, accelerazione del processo penale, riforme costituzionali (Csm e obbligatorietà dell'azione penale), ritocchi all' ordinamento giudiziario per una più netta separazione giudici-pm, soluzioni al sovraffollamento carceri. L'idea di affidare la riforma a una commissione di «saggi» presieduta da Francesco Cossiga sembra ormai definitivamente naufragata. Il presidente emerito della Repubblica, infatti, non ha affatto gradito la marcia indietro del governo rispetto all'originaria ipotesi di includere, nel pacchetto della riforma «ab imis», anche il ripristino dell'immunità parlamentare. Se le modifiche ai codici con l'obiettivo di accelerare i processi penali e civili sono una priorità anche per l'Associazione nazionale magistrati, più spinosa resta la questione delle riforme costituzionali rispetto alle quali il sindacato delle toghe ha già preannunciato battaglia. Il ventaglio di ipotesi è ampio. La bicamerale del '97, ad esempio, prevedeva due sezioni distinte del Csm (una per i giudici, l'altra per i pm), e una Corte di giustizia, distaccata dal Csm, per occuparsi degli illeciti disciplinari dei magistrati. I tecnici del legislativo del ministero avrebbero allo studio anche una modifica alla composizione dell'organo di autogoverno per aumentare il numero dei membri laici. Ma una scelta definitiva non è stata ancora presa. Così come resta da sciogliere il nodo dell'obbligatorietà dell'azione penale prevista dall'articolo 112 della Costituzione: il principio verrà abolito oppure sarà il Parlamento a dettare per legge le priorità e i criteri cui la magistratura deve attenersi? Su questi punti il ministro Alfano consulterà in settembre gli alleati, ma ha deciso di accogliere anche la proposta di incontro con i Radicali e con l'Udc. Con il Pd — agitato dall'iniziativa referendaria di Di Pietro contro il «lodo Alfano» — il Guardasigilli avrebbe invece intenzione di avviare un confronto «nel merito» dei testi scritti.

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