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Maurizio Gallo [email protected] Il governo Berlusconi ...

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Il vicepresidente della commissione lavoro della Camera, però, nega che la Manovra nel suo complesso sia penalizzante per le categorie meno abbienti. In che senso, professore? «Da un lato, sono state aumentate le tasse per settori economici "speculativi" come banche, assicurazioni e petrolieri. Dall'altro, il decreto-famiglie ha distribuito quasi due miliardi e mezzo di euro a lavoratori e famiglie in difficoltà. Unico neo, il malaugurato incidente sull'assegno sociale, causato dal settarismo della Lega». C'era il timore, da parte dei leghisti, che ne usufruisse qualche straniero? «Esatto. Prima l'emigrato tornava al paesello a 65 anni, prendeva la residenza e con quella anche l'assegno. Ora sono necessari dieci anni di soggiorno legale per percepirlo. Anche se sicuramente i poveri italiani sono residenti nel Paese da oltre un decennio e quindi il danno è praticamente nullo». L'ex ministro Damiano, del Pd, vi accusa di aver bloccato il protocollo sul welfare... «È vero. Ma abbiamo lasciato lo scalino sulle pensioni, operazione onerosissima che costerà sette miliardi e mezzo in dieci anni per mandare a riposo qualche mese prima di quanto sarebbe avvenuto con Maroni non più di 120 mila persone». E avete anche congelato il decreto sui lavori usuranti, cavallo di battaglia della sinistra radicale. «Sì, su questo ci sono due disegni di legge, uno di Damiano e uno mio. Noi tuteleremo i lavori usuranti con misure più eque e meno costose. Il nostro obiettivo è mettere in rapporto il beneficio con il numero di anni lavorati in condizioni di disagio». Mi fa un esempio? «Il lavoro notturno. La legge dice che il discorso vale se riguarda almeno ottanta giorni lavorati in un anno. Damiano voleva distribuire i benefici anche a chi lavorava di notte meno di ottanta giorni. Un progetto non mirato e anti-economico». Un'altra accusa è quella di aver detassato solo gli straordinari e non l'intero salario. «Noi abbiamo detassato gli straordinari e i premi di produzione per valorizzare quella parte del salario che serve alla ripresa. A questo scopo, oltre che per una questione di risorse, è stato escluso il pubblico impiego. E poi io difendo molto la social card, fondamentale per i consumi necessari e le bollette più impegnative. Invece di dare 20 euro a tutti, abbiamo preferito darne 700 a chi ne aveva più bisogno». Bonaiuti e Sacconi promettono provvedimenti di protezione delle fasce deboli in autunno. Che farete? «Maurizio ha quest'idea di legare le pensioni minime a un paniere. Ma è una sua opinione. Io ritengo che l'esigenza sia un'altra...». Quale? «Tornare a prima del 1992, ricollegando le pensioni all'evoluzione della dinamica delle retribuzioni. In tutti i casi parliamo di costi importanti che non rendono facile mantenere l'impegno. Basta pensare che un punto in più di inflazione corrisponde a 1400 milioni di euro». Però, la volontà di tutelare le categorie meno benestanti c'è? «Certo. Faremo il possibile. Tenga conto del fatto che questo governo è pieno di socialisti. Vuole che le faccia l'elenco? Oltre me e Sacconi, ci sono Frattini, Tremonti, Stefania Craxi, Cicchitto. Le basta...?».

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