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Filippo Caleri [email protected] Un'azione su due fronti ...

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«Si può lavorare sulla contrattazione territoriale per redistribuire ricchezza o ancora valutare l'ipotesi di detassare gli straordinari ai lavoratori della pubblica amministrazione» spiega a Il Tempo, Alberto Giorgetti, sottosegretario del ministero dell'Economia. L'Eurozona è ferma. I paesi più grandi come Francia e Germania registrano una crescita negativa. E l'Italia? «Le previsioni su Germania e Francia non ci stupiscono. Ma non ci fanno piacere. Per quanto riguarda l'Italia la crescita del Pil è attorno allo zero e lì, vista la tendenza europea, speriamo di rimanere. Avevamo avuto segnali negativi e non a caso abbiamo fatto una manovra economica con un forte controllo della spesa. Questo ci consente di essere sereni nell'affrontare l'autunno». Come si esce dalla secche di una probabile recessione? «Innanzitutto serve un'azione a livello europeo per contrastare l'aumento dei prezzi delle materie prime. E poi è necessario sbloccare gli investimenti nelle infrastrutture. Per questo ancora a livello Ue occorrerebbe considerare fuori dal Patto di stabilità le spese per le infrastrutture». Va bene. Ma intanto gli italiani al rientro rischiano di tirare ulteriormente la cinghia «Occorre continuare sulla strada che il governo ha già intrapreso con la social card. E cioè misure in grado di dare una spinta ai consumi delle famiglie» Ma le risorse dove si trovano? «Non è solo questione di fondi. Esistono una serie di ipotesi di lavoro che l'esecutivo dovrà prendere in considerazione. Penso ad esempio alla contrattazione territoriale quale mezzo per aumentare il salario in quelle zone del Paese in cui più alta è la produttività. Così come alla possibilità di detassare gli straordinari per chi lavora nella pubblica amministrazione. Senza dimenticare gli effetti del federalismo». In che modo il federalismo può riempire i portafogli? «La sua applicazione consente di mantenere risorse economiche sul territorio che le produce. Una parte di questa ricchezza potrebbe essere ad esempio utilizzata per aumentare l'efficienza degli investimenti nel settore dei servizi energetici. Minori costi di produzione si potrebbero tradurre in diminuzione delle tariffe». C'è qualche provvedimento che pensa possa essere applicato già a settembre per contrastare il caro vita? «Abbiamo appena approvato la manovra aspettiamo il rientro per valutare il pieno impatto. Nel medio termine è chiaro che dovremo cominciare a studiare come introdurre maggiori dosi di privatizzazioni e liberalizzazioni. Cominciando dai settori dei trasporti e dell'energia». Parliamo del tesoretto. I sindacati chiedono se mai si concretizzasse di impegnarlo per salari e pensioni? «Le risorse aggiuntive devono essere utilizzate prioritariamente per fare fronte all'impatto della diminuzione della sui conti pubblici. In un'ottica, cioè, di neutralità finanziaria per mantenere l'equilibrio di bilancio. Solo se ci fossero altri fondi si potrebbe pensare a riduzione fiscali o altre misure a favore dei redditi».

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