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Giancarlo Capecchi ANSEDONIA Giuliano Amato guiderà la ...

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Presidente Amato, come si è arrivati a questo risultato, merito del sindaco Gianni Alemanno? «Questa "Attali de noantri" chiamiamola pure così, è certamente frutto del clima positivo che il Comune ha contribuito a creare. C'è chi considera negativo il clima positivo ma io non sono tra quelli». Per qualcuno infatti la notizia è stata che lei ha aderito ad una commissione di Alemanno e poco ci è mancato che le dessero del traditore. Sorpreso o offeso? «Niente di tutto ciò. Certo che è sbalorditivo come modo di pensare. Purtroppo mi ha confermato che la lettura delle previsioni del tempo offre maggiori garanzie. Incredibile, davvero incredibile ma le ripeto, non sorprendente». Lei pensa che la commissione andrà avanti con questo clima, ce la farà a lavorare? «Credo di sì. Certo, occorrono impegni. Occorre che le tre istituzioni, Comune, Provincia e Regione, che sono le tre madri di questa commissione, lavorino senza gelosie, collaborando alla riuscita del progetto». Gli obiettivi? «Innanzitutto capire quale può essere il futuro di Roma tra 20-30 anni, non certo a sei mesi da oggi. Di per sé questa è una prospettiva non certo partigiana perché ciascuno in futuro farà la sua parte. In secondo luogo guardare a un futuro più concreto coinvolge Roma, la Provincia e tutta la Regione Lazio. Si pensi al futuro della Capitale, ad esempio, per quanto riguarda i rifiuti. Una grande area urbana risolve il problema in un contesto più ampio del proprio territorio, non pensa certo all'alternativa Villa Borghese o Campidoglio per fare esempi paradossali». Stessa cosa magari per i trasporti? «Certo, quello dei trasporti è un sistema intercomunale. Buona parte dell'attività da cui dipenderà il futuro di Roma, industriali e dei servizi, sono di distretto, di comprensori. In città devono essere valorizzate le attività culturali, dal patrimonio storico alle manifestazioni artistiche, dai musei a tutto quello che Roma, sicuramente caput mundi, può offrire. E non va dimenticato poi che tanta gente lavora a Roma e vive fuori. Anche questo è un aspetto da tenere in grande considerazione, da affrontare per trovare soluzioni adeguate». Come farà ad evitare che tanti progetti rimangano soltanto a livello di chiacchiere? «Bisognerà vedere quali progetti ci sono per Roma e quali verranno pensati e costruiti sulla base di idee condivise». Perché lei presidente, figura di rilievo nazionale, europeo, ha deciso di rimettersi in moto per Roma, per una città soltanto? «Perché questa è una grande occasione che viene data per riflettere sul futuro non immediato di una grande città e di quello che rappresenta. E non solo a livello nazionale. Sono cose queste che abbiamo perso l'abitudine di fare». Dove stiamo andando presidente Amato e dove sta andando Roma? «La domanda sta al centro delle preoccupazioni della gente: dal lavoro all'integrazione multietnica. Con tutti i sottoproblemi che ne derivano. Se le decisioni per l'oggi si baseranno su quello che potrà essere Roma tra venti anni potranno essere meno precipitose, meno miopi. Non si deve pensare che noi dobbiamo decidere il futuro, lo scopo è capire bene dove stiamo andando e come possiamo orientare e migliorare il futuro». L'impegno non riguarda solo i politici o gli amministratori. È così? «Certo. Riguarda l'università, riguarda gli urbanisti, uomini e donne di teatro, dello spettacolo, rappresentanti delle varie religioni. Ciascuno può contribuire guardando al futuro insieme agli altri». È presto per fare dei nomi che saranno nella commissione «de noantri»? «Il Comune ha chiesto segnalazioni a tutte le associazioni di categoria e non solo. Certo che sono tante e io non credo proprio che mi atterrò ai nomi. Non è detto insomma che ad ogni categoria debba spettare un "posto" in commissione altrimenti diventa un organismo impraticabile e ingestibile». Chi ne farà parte allora? «Nove dieci giuristi nominati dalle "tre madri", Comune, Provincia e Regione che si dovranno occupare della parte istituzionale, di Roma Capitale, dei rapporti tra i vari poteri. E poi altri 25-30 al massimo con competenze specifiche come urbanistica, mobilità, cultura. Non di più altrimenti diventa un parlamentino. Voglio che ci siano poi i rappresentanti di tutte le religioni presenti a Roma». Fiducioso? «Se troviamo il filo giusto possiamo avere ottimi risultati». Qualche nome c'è già? «Certo, i giuristi scelti dalle istituzioni. Tra i nove ci sono Franco Bassanini, Cesare Pinelli, Enzo Chielli, Beniamino Carovita, Antonio Chiappetti. Ricordo questi. Gli altri li sceglierò io. Già sto riflettendo, ai nomi penserò a fine mese». La sede della commissione? «Il sindaco Alemanno ha parlato di sistemazione adeguata. A Roma non mancano certo le soluzioni. Più che di sede abbiamo bisogno di forte impegno».

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