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Rossi: io portabandiera, ma senza simboli

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«Io non porterò nessun simbolo, a parte la catenina con la croce che non tolgo dalla cerimonia di Sydney, ma nemmeno si vede», dice il canoista che a 40 anni è pronto per la quinta Olimpiade, e ai Giochi del 2000 mostrò alla sfilata un crocifisso rivoltato per protestare contro la pena di morte. «Si era pensato a un braccialetto con Amnesty, ma poi parlando anche con il Coni abbiamo capito che non sarebbe stato corretto - ha aggiunto Rossi - Esiste una regola del Cio e va rispettata. Io poi rappresento tutta l'Italia, anche chi non la pensa come me. Se poi qualche atleta vorrà mostrare qualcosa, mi auguro che non lo faccia per protagonismo». La pena di morte, i diritti umani sono temi seri, non strumenti per campagne elettorali e soprattutto non sulla pelle degli atleti, fa capire il canoista. «C'è modo e modo di dire le cose - aggiunge Rossi - Quanto ai politici dovrebbero fare di più loro per aiutare la Cina a prendere la strada giusta». Al boicottaggio, l'azzurro credeva prima che la macchina olimpica partisse: ora però è convinto che non sia lo sport a doversi far carico di queste cose. «Se veramente si vuole boicottare la Cina lo si deve fare a livello economico. Qui poi c'è il ministro degli esteri, e la bandiera ce l'ha data Napolitano».

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