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di LAURA DELLA PASQUA

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Nessuno discute la fondatezza del richiamo del ministro Meloni, c'è invece da chiedersi se sia opportuno per la squadra azzurra assumere una posizione di contestazione in modo isolato rispetto alle altre squadre. O se piuttosto sarebbe stato preferibile che fosse il premier Berlusconi a farsi promotore presso la Comunità europea di un'azione di richiamo ai diritti umani e civili in Cina da realizzare in modo congiunto. La dichiarazione della Meloni crea un doppio problema: riapre l'ennesimo fronte polemico nel quadro politico e pone l'Italia in una posizione isolata rispetto agli altri Paesi Ue. Non solo. Un'azione di aperta polemica da parte dei singoli atleti azzurri, slegata da un coordinamento con le altre squadre, rischierebbe di esporre il nostro Paese a ritorsioni di natura politico economico da parte della Cina. Sono note le difficoltà che incontrano le imprese italiane nella penetrazione sul mercato cinese. Difficoltà dovute sia alle resistenze dell'economia locale sia all'agguerritissima concorrenza delle imprese di altri Paesi. Le numerose missioni della Confindustria negli ultimi anni hanno cercato di aprire un varco al nostro sistema imprenditoriale in quello che è un mercato in pieno sviluppo. Porsi isolatamente in una posizione di contestazione della politica di Pechino rischia di vanificare questo lavoro di penetrazione moltiplicando le difficoltà che già incontrano. Senza quindi nulla togliere alla fondatezza del richiamo del ministro Meloni, meglio sarebbe, che a fronte di delicati problemi internazionali, ci fosse un coordinamento con i partner europei per un'azione congiunta.

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