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Voglia di televisione nel Pd. Ognuno si fa il suo canale

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{{IMG_SX}}Ci vuole un buon motivo per affrontare un caldo pomeriggio agostano e raggiungere la sede del Pd in via Sant'Andrea delle Fratte. Ci vuole un buon motivo e non può essere solo la vista di cui si gode dalla terrazza situata al terzo piano, né l'aria condizionata.  Il buon motivo (ammesso che lo sia) si chiama «Youdem». Che non è la versione contraffatta di «Youtube». O non solo. Già perché «Youdem» è la «prima social tv politica» italiana, ma è anche un quotidiano online, una web radio, una raccolta di video amatoriali e non, un canale satellitare che spera di poter arrivare sul digitale terrestre. Insomma, per dirla con le parole del segretario Walter Veltroni, «un grande giacimento culturale completamente diverso dalla tv tradizionale». Un calderone che sarà visibile anche sul telefonino e avrà un palinsesto di quattro ore («non costa tanto ed è compatibile con il bilancio del Pd») aperto ai «contributi che arrivano dai cittadini». Un portale che inizia oggi la sua fase di rodaggio, ma che verrà lanciato il 14 ottobre, a un anno esatto dalle primarie che portarono l'allora sindaco di Roma sulla poltrona di leader del Pd. E in dodici mesi ne sono successe di cose. È caduto un governo di centrosinistra, si è andati ad elezioni anticipate, ha vinto Silvio Berlusconi e il Pd si è dovuto accontentare del 34% dei consensi. Che sarà anche un «dato straordinario» nel panorama delle sinistre europee, ma significa comunque dover stare all'opposizione. Ed è all'opposizione che i Democratici hanno finalmente capito qual era la loro missione: darsi alla tv. Non si spiega altrimenti il fiorire di canali televisivi di queste ultime settimane. Quello di Veltroni (anche se il segretario ci tiene a sottolineare che «Youdem è la tv del partito e non dei veltroniani») è solo l'ultimo. Il «direttore artistico» sarà Andrea Soldani già tra i creatori di Iride Tv, la televisione della Festa Nazionale dell'Unità del 2003, ma anche regista dei programmi di Michele Santoro Sciuscià e Il raggio verde. Guai, però a cercare analogie con Red Tv il canale ispirato dall'onomonima associazione fondata da Massimo D'Alema e frutto della collaborazione tra la Fondazione Italianieuropei e Nessuno Tv. «Ho letto qualcosa sui quotidiani - spiega Veltroni - e mi sembra cha abbiano caratteristiche molto diverse. Si potranno quindi integrare». Sarà, ma forse il segretario non ha letto quello che Claudio Caprara, dalemiano di ferro e direttore editoriale di Nessuno Tv, scriveva sul proprio blog lo scorso 14 maggio commentando la collaborazione con Italianieuropei: «Speriamo di passare molto presto dalle parole ai fatti. Stiamo discutendo di come, compatibilmente con le risorse economiche che riusciremo a recuperare, si possa fare una televisione della politica e della cultura che possa essere vista da un pubblico evoluto, ma non da una "élite di secchioni". Programmi che possano arricchire il palinsesto delle televisioni locali e che possano essere distributiti tramite il web e la Iptv (Internet Protocol Television ndr)». Difficile, sentendo parlare Veltroni di «tv locali che potranno rimandare il segnale», non notare le analogie. E pensare quindi che quella del segretario altro non sia che una mossa per non sfigurare nei confronti di D'Alema. Ma come in ogni duello che si rispetti, c'è anche un terzo incomodo: Renato Soru, fresco editore del L'Unità. Anche lui democratico, anche lui interessato ad un canale digitale da sviluppare contestualmente al quotidiano. E così siamo a tre. Ma nessuno si sente di escludere che presto, nella galassia del Pd, possa arrivare anche qualche altro imprenditore televisivo. In fondo, come dice Luciano De Crescenzo, «La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: rivoluzione, riflessione e televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali».

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