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Dal pool alle lacrime di Clementina Quando i processi vanno in Tv

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Nel 1992, però, lo studio televisivo diventa il Palazzo di giustizia di Milano. Cominciava la stagione di Mani Pulite. E il giudice Santi Licheri fu presto sostituito, nell'immaginario collettivo, da cinque magistrati fino ad allora sconosciuti: Francesco Saverio Borrelli, Piercamillo Davigo, Ilda Bocassini, Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro. Davanti alla televisione non più comuni cittadini, ma i protagonisti di una stagione politica. I Forlani, i Craxi, i Cirino Pomicino, sfilano davanti alle telecamere non più come rappresentati del popolo, ma come comuni criminali. Alcuni di loro vengono anche trattati come tali. È il caso di Enzo Carra, allora portavoce della Dc, che viene accompagnato al Palazzo di giustizia con le manette ai polsi. Le piazze, intanto, inneggiano ai cinque uomini che libereranno l'Italia da corrotti e corruttori. Da quel momento in poi i processi diventano materia per il grande pubblico. Al punto che, alcuni di questi, si celebrano prima sui giornali e in televisione che nelle aule dei tribunali. Così John Henry Woodcock, «fustigatore» di vip, veline e reali, diventa un personaggio così famoso da meritarsi un servizio sul settimanale «Chi». Luigi De Magistris e Clementina Forleo assurti alla ribalta delle cronache per le inchieste che hanno coinvolto, tra gli altri, l'allora Guardasigilli Clemente Mastella (il primo), e per la richiesta di poter utilizzare le intercettazioni delle telefonate tra Piero Fassino, Massimo D'Alema e il numero uno di Unipol Giovanni Consorte (la seconda), diventano personaggi da prima serata. E mentre i processi vengono archiviati o si chiudono con assoluzioni, gli italiani ricorderanno per sempre le camicie a maniche corte di Di Pietro, i capelli lunghi di Woodcock, il sorriso di De Magistris, le lacrime di Clementina. Nic. Imb.

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