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Nel Lazio il primo coordinamento regionale E Alemanno «sbuffa»

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Il trait d'union è la volontà di realizzare il progetto del partito unico in tempi rapidi. Anche perché, come spiega il capogruppo Pdl in Senato, Maurizio Gasparri «sono i cittadini a volerlo e ad averlo scelto nelle scorse elezioni politiche». Il coordinamento regionale del Pdl, che si avvale anche della collaborazione di esperti di settore, tra cui Fabio Torriero per la comunicazione, parte dal Lazio, e questo non è un caso. «Lo storico successo elettorale di Roma - spiega Giro - ci ha incoraggiato a proseguire sulla strada indicata dal presidente Berlusconi e premiata dagli elettori». Si comincerà a lavorare dopo l'estate, confrontandosi da subito su alcuni problemi che interessano la capitale e la Regione, quali rifiuti, trasporti e immigrazione. La decisione di realizzare un coordinamento regionale, da quanto si racconta in ambienti pidiellini, ha creato, negli ultimi giorni, qualche malumore in Campidoglio: il sindaco Alemanno - spiegano fonti parlamentari - forse avrebbe preferito un comitato di lavoro comunale, in modo da esserne parte integrante. Ma così non è stato, nonostante, sembra, le lamentele arrivate anche al presidente della Camera, Gianfranco Fini. A scanso di equivoci e rumors, i due coordinatori nazionali, Ignazio la Russa e Denis Verdini, dopo aver partecipato, ieri pomeriggio, alla prima assemblea del comitato regionale, sono andati a palazzo Chigi da Silvio Berlusconi: obiettivo, accelerare i lavori di costruzione del nuovo partito.

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