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Roma, ok al piano casa e alle spese sociali

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Fondi che serviranno a superare la crisi di liquidità del Campidoglio. A spiegare come verrà impiegata la somma il presidente della commissione bilancio del Comune di Roma Federico Guidi, che nel pomeriggio poco prima dell'inizio della seduta del consiglio comunale ha indicato alcune priorità dell'amministrazione. «I 500 milioni di euro - ha sottolineato Guidi - verranno utilizzati, in parte, per il mantenimento delle spese sociali, questa è la priorità vera. Poi la somma verrà ripartita a seconda delle necessità dell'amministrazione». Di certo, «500mila euro sono stati già impiegati per l'Ater, per pagare le spese di manutenzione e di funzionamento degli ascensori. Una parte servirà per il decentramento quindi andrà ai municipi e cioè alla macchina amministrativa». Il resto si deciderà a settembre quando ci sarà l'assestamento di bilancio. «Non sappiamo ancora di preciso come questi soldi saranno spesi - ha continuato Guidi - perchè l'assestamento non ci sarà prima di settembre. In questo momento abbiamo una situazione di mancanza di liquidità in cassa quindi serviranno per le spese già impegnate in attesa di capire quali saranno quelle nuove». Intanto Roma è al centro di un'altra polemica. Perché parte proprio dalla Capitale la rivolta contro il taglio del 20% del gettone di presenza dei consiglieri comunali, previsto nella manovra di bilancio all'esame del Parlamento, che di fatto ridurrebbe gli stipendi a 1.200 euro. E la levata di scudi è bipartisan, entrambi gli schieramenti ricordano che i rimborsi in tre anni hanno sono stati decurtati del 60%. Tra i consiglieri comunali capitolini di maggioranza di centrodestra ed opposizione di centrosinistra l'identità di vedute, cosa rara all'ombra del Colosseo, è identica. Come è uguale l'amara constatazione che il taglio riguarderebbe soltanto i consiglieri comunali e non quelli regionali, nè tantomeno ministri e parlamentari. Per il capogruppo del Pdl al Comune di Roma Dario Rossin il taglio sarebbe oltre che «un danno economico anche un danno d'immagine, una perdita di status nei confronti dei pari grado di altri enti, come la Regione, che renderebbe difficile lo svolgimento di un incarico istituzionale così delicato e importante». Per il gruppo del Pd al Comune di Roma, che chiede al Parlamento di «stralciare la proposta», la cifra alla fine sarà «inferiore ai compensi per gli amministratori di condomini». Ma l'orgoglio di essere consiglieri della capitale appare doppiamente ferito. «Una situazione peraltro bizzarra - aggiunge il Pd - che non distingue l'amministratore di un grande comune metropolitano da quello di un paesino di montagna. Un consigliere Comunale della Capitale d'Italia approva un bilancio di miliardi di Euro con responsabilità personali comparabili con grandi aziende private». E per suggellare che la proposta riesce davvero a scontentare tutti, ieri il segretario nazionale de La Destra, nonchè consigliere capitolino, Francesco Storace aveva proposto «di rinunciare totalmente alla miseria. È un incitamento al raggiro la somma di 1.200 euro al mese per amministrare la capitale d'Italia. È molto più dignitoso farlo gratis. Altro che riforma». Per Roma inoltre sono in arrivo altre novità. Per esempio oggi si terrà il primo incontro tra il sindaco Alemanno e il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, al quale è stato delegato il lavoro per mettere a punto il patto per la sicurezza per la Capitale. L'accordo prevederà alcune novità sulle quali vige uno stretto riserbo. Per ora è stato solo annunciato l'impego di pattuglie miste polizia-carabinieri che controlleranno il territorio. E si comincerà dalla zona di Tor di Quinto, dove venne uccisa Giovanna Reggiani nel novembre scorso.

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