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Riparte il dialogo, senza Veltroni

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Titolo dell'iniziativa: «Una moderna democrazia europea - L'Italia e la sfida delle riforme istituzionali». La discussione prenderà il via da un documento che verrà illustrato da Franco Bassanini e che ruota attorno ad alcuni punti cardine: ripartire dalla «bozza Violante approvata nella scorsa legislatura» che modificava la forma di governo con il superamento del bicameralismo paritario e l'introduzione della sfiducia costruttiva; riaprire la discussione sulla legge elettorale riprendendo la seconda bozza Bianco con l'idea che, secondo le fondazioni, il modello tedesco è da preferire ad altri sistemi; modificare il sistema di voto per le europee (con l'introduzione di uno sbarramento al 3%) e i regolamenti parlamentari. Di questo discuteranno, tra gli altri, Roberto Calderoli, Pier Ferdinando Casini, Fabrizio Cicchitto, Massimo D'Alema, Antonio Di Pietro, Franco Giordano, Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Insomma ci saranno tutti anche se l'impressione è che la vera partita si stia giocando altrove. E senza due illustri protagonisti. Il primo è sicuramente Di Pietro che non ha nessuna intenzione di sedersi al tavolo con la maggioranza. Il secondo, suo malgrado, è il segretario del Pd Walter Veltroni ormai definitivamente scavalcato da Massimo D'Alema e Francesco Rutelli. E anche Silvio Berlusconi sembra averlo scaricato visto che, da Parigi, avverte: «Non ho mai pensato a questo dialogo con preoccupazione. Se c'è questa possibilità bene, altrimenti andiamo avanti. Se dall'altra parte ci sono persone responsabili bene, se no meglio non dialogare». Insomma, per ora il Cavaliere ribadisce che è «determinatissimo a cambiare l'Italia» e se non dovesse arrivare il dialogo poco importa. «Abbiamo avuto un mandato dagli italiani a governare - incalza - e governare vuol dire decidere in tutte le direzioni, per quanto riguarda le leggi, anche quella costituzionale». La porta resta quindi aperta, ma solo per le «persone responsabili». Ed è forse per questo che Umberto Bossi, intervestito dal Corriere della Sera, si rivolge a D'Alema: «Condivido il suo appello a recuperare lo spirito costituente di inizio legislatura. La sinistra ha invitato me e Tremonti a uno dei suoi prossimi appuntamenti. È già un fatto positivo». Nel frattempo prosegue il dialogo a distanza tra Rutelli e Pier Ferdinando Casini. Il leader dell'Udc dalle pagine di Repubblica fa sapere di non escludere né un'intesa con il Pd, né con il Pdl. «A fine legislatura - sottolinea - le nuove alleanze si definiranno proprio sui contenuti. Non siamo abbonati a corse solitarie». La possibile intesa tra Rutelli e Casini, però, non lascia indifferente il Pdl che, con Fabrizio Cicchitto, rilancia: «Per parte nostra, fermo rimanendo il nostro giudizio sul fatto che Casini alle elezioni del 13 aprile ha fatto un errore,  abbiamo l'intenzione di lasciare aperto il confronto». Più incalzante il vicecagruppo del Pdl a Montecitorio Italo Bocchino: «Con questo sistema elettorale non si può essere ondivaghi. Casini e l'Udc hanno il dovere di dire da che parte stanno». Guarda oltre invece il ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: «Casini non avrà il problema di una scelta tra Pdl e Pd perché da settembre la musica cambia. Riprenderà il dialogo tra Berlusconi e Veltroni e, naturalmente, si allargherà all'Udc».

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