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I leghisti «danno» le loro impronte

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«Siamo qui, a dare le nostre impronte - ha detto Roberto Cota, capogruppo alla Camera - per sostenere il progetto di Maroni e per dire che non c'è nulla da temere nel farsi identificare. Chi non ha nulla da nascondere, non ha nulla da temere. Inoltre questo provvedimento va nel senso del passaporto futuro, infatti dal 2009 tutti dovremo rilasciare le nostre impronte allo Stato». Cota ha aggiunto «che si tratta di una battaglia culturale, bisogna tornare a sentirci a casa nostra, e per farlo occorre attuare il federalismo politico e fiscale affinchè lo Stato non venga più percepito come un nemico».

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