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Su islam e impronte il ministro per le Politiche Eurpee ...

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Incontrando il presidente del Parlamento europeo, Hans Gert Poettering, Ronchi ha spiegato che «bisognerà fare in modo che nelle moschee non siano presenti quelle organizzazioni che non firmino un patto di intenti in cui, tra l'altro, si riconosca il diritto all'esistenza dello Stato di Israele. Negare oggi questo diritto o fare dei distinguo - ha detto ancora il ministro - è antistorico, pericoloso, soprattutto quando in quella tormentata regione si sta lavorando per una pace duratura». Una risoluzione presentata da socialisti, liberaldemocratici, Verdi e Sinistra Europea chiede al Governo di non procedere alla raccolta delle impronte in attesa della prossima valutazione annunciata dalla Commissione europea, «perchè questo costituirebbe chiaramente un atto di discriminazione basato sulla razza e sull'origine etnica», in violazione dell'art.14 della Convenzione europea sui diritti umani. «Non vogliamo schedare nessuno, ma ci poniamo il problema di decine di migliaia di bambini sfruttati, usati, spesso vittime del racket - ha replicato Ronchi a Poettering - Come governo - ha aggiunto poi durante una conferenza stampa al termine del colloquio - ci siamo posti il problema di come potere tutelare l'infanzia», aggiungendo che occorre sapere «chi sono, quanti sono, se vanno a scuola, se sono sottoposti a pressioni psicologiche o fisiche. Questo «è un dovere sociale, prima che politico», ha concluso il ministro. Poettering ha ribadito la sua posizione «super partes» rispetto al voto di oggi. Ma, ha riferito Ronchi, ha ascoltato con estrema attenzione la posizione del governo italiano.

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