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È bastata una settimana e la situazione politica italiana è ...

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Questo repentino e spettacolare cambiamento di quadro, apre però contemporaneamente nuovi scenari e nuove opportunità anche per altri attori politici fino ad oggi in qualche modo in sofferenza ed in affanno rispetto alla prospettiva apparentemente inevitabile della riduzione a due della scena politica italiana. Ciò vale per la sinistra massimalista, per l'Udc e, permettetemi di sottolineare, per i socialisti: il Ps, uscito massacrato dalle elezioni, in parte per colpa propria, ma in parte proprio per l'affermarsi dello schema bipartitico, alla vigilia di un difficilissimo congresso centrato sul tema della sopravvivenza di un'opzione socialista riformista autonoma, improvvisamente si ritrova con uno spazio politico potenziale che fino ad oggi non esisteva. I socialisti non hanno nessuna ragione per seguire il Pd nel suo ribaltamento di fronte: l'antigiustizialismo è nel nostro Dna, non dobbiamo nessuna riconoscenza a Veltroni, anzi abbiamo avuto modo per tutta la campagna elettorale di lamentarci, sia pur inutilmente, dal fatto che il Pd abbia preferito l'alleanza con Di Pietro escludendo consapevolmente ogni rapporto con i socialisti. Anche rispetto alla scelta di un rapporto positivo tra maggioranza e opposizione abbiamo avuto modo di dolerci del fatto che l'impostazione del CaW abbia privilegiato argomenti quali quello della legge elettorale europea, in cui non troppo nascosto fine era il completamento dell'operazione di semplificazione del panorama politico italiano, a danno soprattutto dei socialisti. Noi invece, sia pure in modo troppo flebile e poco incisivo, avevamo tentato di mettere l'accento sulle questioni concrete che interessano davvero la nostra comunità nazionale quali quelle del ritorno alla crescita, del miglioramento del tenore di vita degli italiani, del miglior funzionamento del mercato del lavoro e delle relazioni sindacali, dei problemi della sicurezza delle nostre città e, last but not least, della efficace realizzazione del federalismo fiscale. Su questi temi maggioranza e governo sono venute esprimendo posizioni e proposte che meritano un confronto positivo e non corrisponderebbe agli interessi del Paese sacrificare tale confronto sull'altare di una rinnovata guerra di religione sul problema del rapporto politica-magistratura. L'interesse del Paese, così come quello di tutti i sinceri riformisti è di approfondire il confronto, aiutando le posizioni più riformiste e avanzate della maggioranza, nonchè della società, a prevalere e al tempo stesso operando per isolare quella parte dell'opposizione sociale e politica, che vorrebbe tornare alla logica dello scontro frontale. D'altronde, fermo restando la nostra scelta di voler essere socialisti e parte della famiglia socialista europea, non può sfuggire proprio a noi quello che non è sfuggito a tutta l'opinione pubblica italiana e cioè il vistoso trapianto di cultura e di capitale umano socialista all'interno del governo Berlusconi. Lasciamo quindi Veltroni completare il percorso fallimentare di un Pd, così come non noi ma autorevoli rappresentanti di quel partito stanno in queste ore sottolineando e approfittano dell'occasione che la situazione gli offre, di dimostrare che il socialismo riformista ha ancora uno spazio da occupare e un ruolo da svolgere purchè non si dimentichi di due tratti essenziali delle nostre specificità di socialisti italiani e craxiani e cioè l'autonomia ed il rifiuto di ogni fondamentalismo. Forse ciò non aumenterà i nostri consensi nel breve ma sicuramente ci renderà di nuovo visibili, ridiventando così interlocutori efficaci sia verso la nostra destra e la nostra sinistra sia sul terreno politico che su quello sociale.

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